– 12 giorni al FuoriSalone. Non è tutto maker quel che luccica.

Una stampante 3D al lavoro.

Qualche giorno fa, preparando il laboratorio artigianale AnalogicoDigitale – a proposito: tutti invitati in Via Conte Rosso 22, FuoriSalone Ventura Lambrate Milano, dal 17 al 22 aprile – abbiamo potuto fare una bella chiacchierata con due “makers” come si dice ora, ossia con due giovani che applicano le tecniche delle stampanti 3D e della prototipazione alla creazione di oggetti da immettere sul mercato.

C’è chi ritiene che questi fenomeni tra l’artigianale e il progettuale, siano alla base di nuovi modelli economici. Noi, per esempio 😉

Bene, questa piacevole conversazione ha sfatato alcuni “miti” che già circolano in questo ambiente.

Falso mito n.1: Basta una stampante 3D e sei un maker, un nuovo artigiano.

Balle.

Se non sai gestire i materiali (che cambiano ad ogni lotto), se non capisci la macchina profondamente, se non sei in grado di agire con la testa e pensare con le mani, non sei nulla, né maker, né artigiano.

Come dire: il valore del “sapere artigiano” non cambia di una virgola, rimane al centro di tutto, maker o non maker.

Falso mito n. 2: L’Italia è piena di makers.

Non ci risulta, ci risulta che ci siano alcuni individui che hanno preso questa strada, e alcuni altri individui che stanno studiano il fenomeno.

In Italia c’è un’industria della prototipazione, che è un’altra cosa.

Falso mito n. 3: La rivoluzione artigiana è dietro l’angolo.

E’ facile farsi prendere dagli entusiasmi, ma la sfida – in sostanza – deve ancora cominciare.

La conversazione online, qualche evento con partecipazione di star provenienti dall’estero, notizie un po’ “piacione” non fanno una rivoluzione.

I modelli economici, la volontà imprenditoriale, le politiche infrastrutturali: queste sono le cose che ci vogliono.

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