Berto40: Marco Tragni, acquisti e produzione a incastro

E’ grazie a lui se l’artigiano esiste, quello delle definizioni ufficiali: acquista le materie prime che verranno trasformate dalle mani dei tappezzieri in divani. Il suo nome è Marco Tragni, responsabile acquisti BertO.

Nome: Marco Tragni

Professione: Responsabile acquisti BertO

Segni particolari: affidabile, gentile, disponibile.

Anni di attività alla BertO: 5

Marco Tragni, responsabile acquisti BertO

Ci spieghi in cosa consiste il tuo lavoro?

(Lunga pausa durante la quale si massaggia la testa. N.d.r.) Dunque, io acquisto tutti i materiali per realizzare un divano e seguo le fasi di ogni singola lavorazione. Quali sono le materie prime che maneggio?

  • Legno, quindi i fusti. In base alla misura di un divano, ordino un fusto su misura. Appena arriva in Tappezzeria controllo la qualità e le dimensioni, perché se un fusto nasce tondo, un divano non può diventare quadrato.
  • Poliuretano espanso. Ordino due tipologie di materiale, in base alle misure del fusto: quella che serve per rivestirlo, che varia quota a seconda di dove viene posizionato,  e quella per le imbottiture, che varia in base alle scelte di comfort del cliente. Solo quando il divano rivestito in poliuretano corrisponde alle misure scelte del cliente si può passare allo step successivo.
  • Tessuti e pellami. Studio il metraggio necessario per rivestire il divano, controllando la qualità in entrata e in uscita. Il tessuto viene prelavato prima di essere distribuito. Il primo a venirne in contatto è Luigi al taglio. Da Luigi si passa al cucito, con Matelda e infine in tappezzeria da Flavio.

La verità è che il mio lavoro non finisce mai, nemmeno dopo l’ultimo controllo prima dell’imballaggio.

Qual è il punto più delicato di tutto il processo?

Sicuramente far coincidere i tempi di produzione. Sono tante fasi da coordinare per rispettare i tempi di consegna. Se la pelle è in produzione, ma il fusto è in ritardo… non lo dico!

Merco Tragni e il fusto DivanoXmanagua

Ti ricordi questa foto? Cosa stavi facendo?

Stavamo lavorando a un fusto speciale, quello del DivanoXManagua. Insieme a me i fustai e il mio compagno di avventure nonché capo Carlo Berto. Con lui trascorro la maggior parte delle mie giornate ed è una grande persona, a modo, con cui posso parlare di tutto. Lo ammiro perché è uno dei più bravi sarti del divano che conosca ed è il punto di riferimento per ogni dubbio.
Quel giorno con noi, anche se non si vede perché scattava la foto, c’era anche Filippo Berto, il vero custode di quel modello, fin dall’inizio. DivanoXmanagua è stato molto sentito e seguito da Filippo, sia come progetto che come divano, sin dalla nascita del primo fusto. Ci abbiamo provato due volte: il primo era bellissimo, ma sbagliato. Alla seconda ce l’abbiamo fatta. La complessità era nell’incastro dei pannelli capitonné con tagli a 45°.

Tu hai il polso della situazione sulle preferenze dei clienti. C’è qualcosa che acquistavi molto 5 anni fa e che oggi non è più richiesto?

Si, l’ecopelle e sono contento che succeda. Ti spiego il perché: sono un amante della pelle. Vederla su un divano non solo è bella, duratura ed elegante, ma cambia proprio il piacere di starci, di rilassarsi. E’ una questione di tatto, di olfatto, di valore estetico.

Qual è il lavoro più complesso che hai seguito?

Come dimenticare la mia prima esperienza sul capitonné su misura! Per un ordine diretto negli Emirati Arabi abbiamo realizzato alcune poltroncine totalmente su misura e personalizzate. Avevamo misure tassative da rispettare senza stravolgere il comfort della poltrona originale. E’ stato impegnativo ma anche una grande soddisfazione.

C’è un modello al quale sei più affezionato?

Il modello secondo me più bello della collezione è il divano Ribot in pelle.
Il modello al quale sono più affezionato è invece il Chester: sono cresciuto in una casa che aveva un modello chesterfield in soggiorno. E’ un prodotto di alta qualità e rappresenta un punto forte del lavoro artigiano brianzolo.

Marco Tragni nella Tappezzeria Sartoriale BertO

Cosa rappresenta per te BertO40?

É un grande motivo di orgoglio far parte di un’azienda che ha raggiunto un traguardo così importante. Pochi “ragazzi” della mia età possono dirlo.
BertO è un’azienda 40enne ma giovane e in continua crescita. E’ riuscita a fare quello che tante PMI vorrebbero fare, soprattutto in tempi come questi. Credo vivamente in BertO40, in BertO45 e anche in BertO50 perché credo in quello che Filippo sta costruendo.
BertO40 va oltre la nostra Tappezzeria. E’ un filo diretto con i nostri clienti che in quarant’anni hanno imparato a conoscere e riconoscere il talento dei nostri tappezzieri e il valore dei nostri prodotti realizzati interamente a mano.

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