Incontriamo Felice Asnaghi e la sua ultima fatica “Famiglie di Meda, nomi, soprannomi, mestieri”.

Autore "Famiglie di Meda" F. Asnaghi

“Un soprannome non è mai casuale”

Questa una delle molte belle frasi che Felice Asnaghi ci ha regalato nel corso di un recente incontro.

Per chi non lo sapesse, Felice è un appassionato del nostro territorio, la Brianza, e in particolare della città di Meda.

Con i suoi libri, Felice ci aiuta a capire molte cose, e sempre con estrema gradevolezza.

La sua ultima fatica di chiama “Famiglie di Meda – Nomi, soprannomi e mestieri”Felice Asnaghi: Famiglie di Meda

E’ stato un piacere incontrarlo e fargli qualche domanda.

Berto Salotti – Tu che conosci la storia del nostro territorio, attraverso i decenni, come vedi il momento attuale?

Felice Asnaghi – Se posso, userei uno slogan: questo è “il tempo della persona”. Nel senso che dobbiamo credere nel talento personale. Se pensiamo ai nostri genitori, ci sono stati tempi peggiori, penso a mio padre che quando è tornato dal campo di concentramento pesava 36 kg. I nostri figli sono figli del nostro tempo, sapranno viverlo al meglio.

BS – Come descriveresti la generazione dei medesi di oggi, dopo una vita tra sviluppo e preoccupazioni?

FA – La mia generazione è stata fortunata: i nostri padri potevano solo “laurà laurà laurà”, mentre per noi si sono aperte strade nuove… per esempio si è potuto, nel mio caso, scrivere libri.

BS – Come si sono integrati a Meda i veneti, popolazione alla quale appartiene la famiglia che ha fondato la nsotra azienda?

FA – L’immigrazione veneta arriva negli anni 30… è molto semplice, in queste cose secondo me occorre stare ai fatti: i veneti hanno fatto bottega, messo su casa, creato lavoro. Il lavoro apre le porte, fa incontrare le persone e – soprattutto – dà futuro in modo concreto. Anche ora, il cambiamento è totale, e io tutto sommato lo vedo in positivo. Ancora una volta: è il tempo della persona.

BS – Il tuo libro parte dal linguaggio, l’uso dei soprannomi delle persone… il linguaggio può far capire un territorio?

FA – Certamente sì, io parto dal linguaggio, che contiene le storie. Personalmente, mi sento come nella foto in quarta di copertina: cammino tra la gente e ascolto le loro storie, che poi raccolgo e ordino nei miei libri. Nel linguaggio c’è la vita di un territorio, le sue forme espressive sono parte di un’identità. E l’identità è qualcosa che va tramandata, anche per questo scrivo, per mettere nero su bianco qualcosa che, invevitabilmente, va a finire.

Filippo Berto e Felice Asnaghi

 

3 commenti su “Incontriamo Felice Asnaghi e la sua ultima fatica “Famiglie di Meda, nomi, soprannomi, mestieri”.”

  1. Grazie di cuore,
    È veramente emozionante sapere del vostro interesse per la storia di Meda e la vostra passione per tutto quello che fate.
    Vorrei soltanto però sapere dove poter acquistare il libro.
    Grazie mille ed in bocca al lupo per la vostra attività che possa coinvolgere le migliori capacità della gente di Meda!
    Alberto Ronchetti
    Tel. 338 5391951

  2. Ho letto, non ancora tutto, il nuovo libro di Felice Asnaghi, che mi è stato regalato dal mio caro Amico e socio Filippo Berto, settimana scorsa. Lo trovo emozionante, leggere dei miei avi, rivedere le foto di mia nonna e delle mie zie, tocca veramente il cuore. Dopo quasi dieci anni di trasferimento a Roma, leggere i documenti, le storie delle persone che hanno costruito la mia città natale, mi ha dato molta gioia, mi ha fatto ricordare e soprattutto rivivere Meda e i suoi cittadini.
    Ogni Cognome riportato è una pillola di storia della persona o famiglia, ricca di vita e di vite che hanno fatto Meda, ogni cognome è una memoria, memoria molto preziosa e che ognuno di noi dovrebbe gelosamente conservare e anche trasmettere ai propri figli. Abbiamo il dovere di tramandare la nostra identità. Noi siamo quello che i nostri padri ci hanno insegnato.
    Grazie allora a Felice per questo meraviglioso scritto e a Filippo che è impegnato sia sul fronte lavorativo che su quello culturale nel tramandare la tradizione Brianzola.

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