Non ci immaginiamo neanche quanto la Brianza avrebbe da dire. Note in margine alla mostra “Le Fabbriche dei Sogni”.

Ho visitato la mostra “Le Fabbriche dei Sogni”, alla Triennale di Milano e sono rimasto fulminato.

Non solo dalla bellezza dell’allestimento, ma ancora di più dalla potenza comunicativa di tutto ciò che vi era esposto, in gran parte oggetti di produzione brianzola.

Un patrimonio culturale e comunicativo unico al mondo, dalle potenzialità – nonostante tutto – ancora largamente inespresse, secondo me.

Questo lavoro di… comunicare il nostro lavoro è qualcosa da riprendere in mano con forza, ed è una delle leve che ci ha spinto a partecipare al Salone del Mobile 2012 con un progetto sperimentale, molto esposto sul fronte della comunicazione, quale quello legato ai makers e alla ricerca fianco fianco con i designer.

AnalogicoDigitale per noi ha anche questo significato: un momento di comunicazione che entra nel lavoro e viceversa.

Del resto, è proprio questo che stiamo portando avanti da alcuni mesi con i video del progetto #percheberto.

1 commento su “Non ci immaginiamo neanche quanto la Brianza avrebbe da dire. Note in margine alla mostra “Le Fabbriche dei Sogni”.”

  1. Se non erro, la mostra che si è chiusa pochi giorni fa è stata la terza della serie. Io sono rimasto folgorato da tutte: in ogni mostra è stato messo in evidenza il “sapere artigiano” che è la base dell’imprenditoria italiana. Di sicuro impattoè stato lo scorrere dei nomi dell’architettura e del design internazionale che hanno scelto la “sapienza” degli artigiani del distretto del mobile medese: ogni mostra è stata per me una sorta di “master” per potermi raffrontare nel quotidiano con la vostra realtà.
    P.s. Il “Pratone” è in vendita alla fine della mostra: hai provato a sederti?

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