Iniziamo con questo post la serie delle “interviste di #divanoXmanagua”: dialoghi e scambi con persone che – in vari modi – sono parte del progetto di co-creazione artigiana solidale iniziato nel gennaio 2013 in collaborazione con Terre des Hommes Italia e Centro di Formazione AFOL Meda.
Daniele è innovation and strategy consultant, e sta vivendo il progetto #divanoXmanagua molto attivamente: dopo aver messo le mani nel capitonné più volte ed aver partecipato alla cena di fund-raising, sta ora contribuendo alla divulgazione del valore che si è creato.
Questa intervista nasce dall’occcasione di incontro di Filippo Berto con la community di startupper e innovatori di Talent Garden Bergamo, promossa appunto da Daniele.
Berto Salotti: #divanoXmanagua e Talent Garden: qual è il punto di congiunzione?
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Daniele Radici: Talent Garden è un Campus digitale nato non solo con l’obiettivo di condivisione degli spazi di lavoro ma, attraverso una serie di eventi e iniziative, a raccogliere tutto ciò che germoglia all’interno di un territorio per svilupparlo tra persone che hanno interessi simili e sinergici, stimolandone la collaborazione.
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Uno dei tanti punti chiave che ho potuto vivere durante il progetto #divanoXmanagua è stato proprio questo: un’iniziativa che ha permesso di aggregare, riunire, stimolare e avvicinare diverse persone (anche non strettamente legate al settore artigiano – vedi il mio caso) che si sono appassionate al progetto e hanno voluto portare il loro contributo.
Ho visto artigiani, che fino al giorno prima erano “competitors” della porta accanto, scambiarsi idee e know-how mescolando le proprie competenze…e anche questa peculiarità fa parte dello spirito di Talent Garden: qui non c’è concorrenza ma c’è contaminazione.
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BS: Quali valori possono accomunare uno startupper e un imprenditore artigiano?
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DR: Bellissima domanda.
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Sicuramente la passione per il loro lavoro, per il loro progetto. Lavorando anche nel campo delle startup, ho potuto vedere progetti brillanti non decollare poichè l’aspirante imprenditore non aveva in realtà la giusta passione nello sviluppare la fase di execution.
Se penso ad una realtà artigiana, ai tanti sacrifici che si fanno, sicuramente la passione deve far parte del bagaglio di viaggio.
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Ulteriore aspetto è la capacità di avvicinarsi al mercato in modo flessibile e puntando su una differenziazione.
La Startup, per definizione, si concentra su nuovi prodotti/servizi innovativi…che gli altri ancora non fanno (attenzione, non dico che “non esistono”, ma semplicemente nessuno ancora lo fa “in quel modo”).
Credo che l’artigiano abbia nel suo DNA la stessa caratteristica…i suoi “prodotti” portano la sua “firma”, un qualcosa che li rende unici rispetto ad altri produttori o altre realtà che lavorano nel settore di riferimento.
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BS: Perché l’innovazione è una continua necessità, nelle aziende nuove come in quelle già esistenti?
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DR: I casi di successo lo insegnano. Le aziende (di ogni dimensione e di ogni età) devono sempre mantenere i riflessi pronti verso il cambiamento e l’innovazione.
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Non innovare, non “cambiare” significa avere la presunzione che il mondo non stia evolvendo attorno a noi…e questo è impensabile…basta solo spostare l’attenzione sul mondo del web e di tutti gli strumenti che oggi sono disponibili per sviluppare progetti di innovazione.
Va specificato (e spesso le aziende scordano, purtroppo, questo tema) che l’innovazione non va forzatamente identificata nel concetto di Ricerca&Sviluppo su nuovi prodotti o nuovi materiali…si può innovare il modello di business, si può innovare un approccio strategico e si può innovare il modo di comunicare.
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BS: La solidarietà può coniugarsi con l’innovazione?
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DR: La solidarietà credo che si possa coniugare con diversi fattori, anzi…credo sia essenziale farlo.
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Uno di questi è sicuramente l’innovazione; poter sfruttare per esempio le nuove tecnologie web-social (visti anche i costi accessibili e la fruibilità ormai massiva) per ampliare l’impatto di un progetto solidale credo sia un ottimo esempio di come oggi la solidarietà possa essere alla portata di tutti.
Il progetto #divanoXmanagua sono certo che possa essere considerato un caso di successo da questo punto di vista: grazie all’innovazione e ai social media siete riusciti ad avere una grande visibilità e, quindi, avete potuto raccontare questo progetto a moltissime persone, che si sono appassionate e hanno deciso di partecipare attivamente dando il loro contributo.
Senza questi strumenti il progetto sarebbe sicuramente stato ottimo e premiabile, ma avreste sicuramente fatto molta più fatica nel diffondere la conoscenza di questa iniziativa.
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BS: Tu hai partecipato alle attività di co-creazione e fund-raising di #divanoXmanagua: quali parole useresti per descrivere l’operazione?
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DR: Ho un limite di parole? Scherzi a parte, è un progetto che mi ha entusiasmato sin da subito.
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Ho avuto la fortuna di partecipare sin dalle prime fasi (dal secondo incontro di co-creazione) e ho visto delle dinamiche davvero interessanti.
Alcuni degli aspetti chiave sono stati (oltre ovviamente al tema solidale di cui abbiamo già parlato) sicuramente il coinvolgimento dei ragazzi della scuola per tappezzieri, l’apertura delle porte del laboratorio a tutti (competitor compresi) e il conseguente meccanismo di contaminazione, collaborazione e partecipazione.
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Occupandomi di innovazione, posso dire che è stato un progetto di “open-innovation” traslato dal mondo digitale al mondo fisico; un concetto esteso di social-co-creation.
Sono stati infatti sfruttati i canali digitali per avvicinare la gente comune a concetti che fino al giorno prima erano praticamente sconosciuti…io stesso oggi mi vanto di sapere cosa sia la baslètta!
Nel ringraziare Daniele per la gentile disponibilità, segnaliamo il suo sito: DanieleRadici.com. Buon lavoro!
Complimenti Daniele, professionista veramente in gamba e ottima persona che ho avuto il piacere di conoscere perchè di fronte a me alla cena #divanoXmanagua.
Grazie mille per la bellissima introduzione.
Un progetto che ho vissuto e che amo raccontare, nella speranza che possa essere di buon esempio per molte altre realtà!
grazie per aver coprodotto il divano insieme a noi e anche per la tua generosità dimostrata la cena! e last but not least, per la bella amicizia.
Filippo Berto