Fare un prodotto per un territorio, insieme a quel territorio. Ecco cosa ho imparato dal crowdcrafting.

Negli ultimi tempi, in azienda, ricorre spesso questa parola: crowdcrafting, che vorrebbe dire “costruire insieme”.

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Abbiamo infatti portato avanti con soddisfazione due esperienze, entrambe molto forti, di apertura del processo progettuale e produttivo: #divanoXmanagua nel 2013 e #sofa4manhattan, tra gennaio e marzo di quest’anno (abbiamo finito sabato scorso 29/3, a New York, e presentiamo il prodotto tra pochi giorni al FuoriSalone Brera di Milano, da Onwards).

In particolare quest’ultima esperienza – resa possibile da Design-Apart – mi ha fatto riflettere sul senso di un prodotto in rapporto al suo territorio.

E’ un tema che noi – attivi in Brianza dal 1974, sempre e solo con artigiani locali, cresciuti e formatisi nel distretto – sentiamo molto.

Quello che ho imparato è che:

non solo un prodotto può essere espressione di un territorio

ma:

può anche entrare in relazione con il territorio a cui è destinato

Mi spiego meglio.

Abbiamo sempre pensato che i prodotti che escono dai distretti artigiani come la nostra Brianza fossero la massima espressione di una certa capacità di stare sul mercato, di soddisfare certe esigenze.

“E’ fatto a mano in Brianza da artigiano italiano di terza generazione: cosa c’è di meglio?”

Forse, a New York, ho capito che ci può essere qualcosa di meglio… cioè:

Un prodotto pensato da chi lo deve utilizzare, impostato da artigiani in grado di interpretarlo, infine costruito insieme: artigiani + persone del territorio.

In questo modo si uniscono due fattori importantissimi, la capacità artigiana italiana e la sensibilità specifica di chi vive il territorio. Ma non solo.

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Lavorando fianco a fianco diventi consapevole di quello che hai prodotto e cerchi di condividere il significato delle tue scelte progettuali. Non è solo produzione collettiva ma anche formazione reciproca.

Molti designer e creativi ma anche persone comuni, durante la sessione di crowdcrafting, ci hanno restituito moltissimo in termini di feedback sul prodotto.

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Con il risultato di produrre – insieme – qualcosa davvero capace di essere utile in quel luogo, per quelle persone, in quella situazione.

Perché mai un divano che va bene a Milano dovrebbe andare bene a New York, dove le case sono mediamente più piccole e il concetto del living è completamente diverso?

Applicando questo schema di pensiero, si giunge in fretta alla conclusione che:

i prodotti migliori sono quelli in grado di relazionarsi al territorio specifico, realizzati insieme a chi vive il luogo.

Anche dal punto di vista umano questa è stata un’esperienza che mi ha fatto crescere molto.

Dal workshop iniziale alla prototipazione “rapida” in Brianza fino allo smarrimento di un pezzo in Lussemburgo e infine, con una sessione di crowdcrafting esplosiva, non ci siamo fatti mancare proprio niente.

E non da meno, l’emozione che ho condiviso con Flavio “the king of manhattan” è stata unica e incredibilmente divertente. 

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