Sempre più clienti, oggi, cercano il prezzo. In ogni cosa.
Come se tutto fosse come la benzina, per cui si cerca la pompa più economica prima di scegliere dove fare il pieno.
Rispettiamo molto, naturalmente, le difficoltà economiche che toccano le famiglie oggi. Per inciso: sono le stesse che toccano le aziende.
Ci rendiamo conto che un divano non è certo un bene di prima necessità, né un investimento.
E’ solo un pezzo di casa.
Non per questo ci arrendiamo.
Alle materie prime meno che eccellenti.
Alle lavorazioni non manuali al 100%.
A rinunciare al legno massello per i nostri divani.
A non retribuire il giusto gli artigiani che lavorano con noi da decenni, favorendo il trasferimento dell’inestimabile valore delle loro capacità ai giovani.
Nel prezzo c’è il valore (oltre che il lavoro, aspetto molto forte per chi non delocalizza in oriente, ma insiste nel dare lavoro alla gente del territorio).
E non vogliamo smettere di aiutare i nostri clienti a comprendere al meglio la nostra proposta di valore con tutti gli strumenti e le informazioni necessarie.
Il rapporto tra prezzo e valore è ciò che – secondo noi – rende la scelta di un nostro prodotto una buona scelta.
Osiamo dire: una scelta economica, se valutata nel lungo periodo.
Nonostante la crisi, un consumatore conscio del valore di ciò che acquista è disposto a spendere qualcosa in più, come avviene per i cibi biologici. E’ importante quindi continuare a lavorare sulla comunicazione del valore: il consumatore consapevole va “formato”.
Grazie del commento, siamo assolutamente d’accordo con te!
E’ per questo che investiamo – nonostante le incredibili pressioni a cui siamo sottoposti – in comunicazione sul valore del lavoro artigiano, svolto in modo sostenibile e inserito in una filiera in grado di valorizzarlo.
Per molti potrebbe sembrare un “lusso” di questi tempi, in realtà – ne conveniamo – si tratta di un aspetto strategico.
A presto!
grazie Roberta,
aggiungo che la crisi mette in crisi i valori, tra i quali anche lo stile di vita, orientandolo verso la sostenibilità pricipalmente economica.
Questo porta anche a fare acquisti low cost (soprattutto nei beni durevoli che hanno un impatto economico maggiore) e in parte disgrega quella cultura e quella educazione al circondarsi di cose belle che contraddistingue gli italiani. Occorrerebbe quindi impegnarci, oltre che nel fare educazione, anche a produrre prodotti differenti, magari più sostenibili. tu che ne pensi?