Da quando i nostri clienti hanno iniziato a leggere il nostro libro scritto per celebrare la passione per il lavoro, spesso ci hanno chiesto di condividerne alcune parti anche qui su BertoStory, dove abbiamo la possibilità di commentarle, e spiegare cosa c’è dietro.
I nostri fondatori, Fioravante e Carlo Berto, non ci hanno pensato due volte, quando è stato il momento di affrontare una scelta lavorativa completamente nuova, in una città nuova, a contatto con interlocutori nuovi.
Avevano un “sacro fuoco”, quello della passione sfrenata per il proprio lavoro di artigiani e… non si sono fermati davanti a nulla.
Un approccio che continua ad ispirarci, grazie ai lunghi anni in cui, successivamente alla fondazione, abbiamo potuto vederli al lavoro, affiancarli giorno per giorno e trarre esempio da loro (il libro si intitola “Spirito del 74” proprio in omaggio al loro spirito di quegli anni, che continua a darci slancio e insegnamento).
Tornando a noi, c’è una pagina del libro – esattamente la n. 49 – che fa pensare al modo in cui rispondiamo a certi stimoli.
Se Carlo e Fioravante Berto hanno detto SÌ a una certa idea di lavoro, che li ha portati dapprima lontano dalle proprie terre, e poi a sviluppare un’attività aziendale, cioè quella in cui lavoriamo oggi noi, è altrettanto vero che per dire SÌ a questo (la nuova attività, la Brianza, la ricerca di nuove sfide) hanno detto NO a qualcos’altro (rimanere dov’erano, continuare la propria vita come prima, rimanere a contatto con le situazioni abituali).
Non facile… molto spesso, infatti, i NO sono più difficili da maturare, e poi pronunciare, rispetto all’entusiastica approvazione di qualcosa.
Il SÌ compiacente, anche con se stessi, è sempre più facile del NO, che implica un rifiuto verso qualcosa o qualcuno, con le conseguenze del caso.
E siamo arrivati al centro della questione.
Il lanciarsi in una nuova passione lavorativa – piccola o grande, da giovani o più in là negli anni, come singole persone o come aziende poco importa, è sempre lo stessa dinamica – presuppone un fatto fondamentale, che si può riassumere in uno o più NO.
In altre parole, la rinuncia di altre passioni.
Perché quando la passione è forte, tende a diventare totalizzante.
Senza per questo diventare ossessionati, sappiamo tutti quanto tempo ed energia possano richiedere gli impegni lavorativi, se affrontati in un certo modo.
E dopo? Una volta che le scelte sono state fatte, che sono stati detti i SÌ e i NO del caso?
Anche dopo, nello sviluppo del percorso lavorativo, i motivi sono diversi, ma i NO rimangono necessari.
L’abbiamo notato anche noi in azienda, infatti, come una passione richieda un certo livello di rispetto, che inevitabilmente porta, talvolta, a qualche NO detto con fermezza.
Un NO a chi chiede, per esempio, un compromesso sulla qualità delle lavorazioni, magari a fronte di un piccolo risparmio.
Oppure il NO da opporre alla pigrizia e alla fatica, quando ci bisbigliano all’orecchio:
Dai, nessuno ti vede, questo lavoro puoi anche farlo così così, magari riesci a tornare a casa un’ora prima…
O ancora, il NO da formulare, pur con la massima cortesia, al cliente, quando egli stesso ti dice di accontentarsi di uno standard qualitativo inferiore, e ti attira nella tentazione di seguirlo.
La passione per il tuo lavoro, che – ricordiamolo – non è mai solo tuo, ma si svolge a un punto della filiera in cui altri colleghi hanno lavorato prima, e altri ancora lavoreranno dopo – merita un atteggiamento fermo, a difesa della qualità di ciò che stai facendo.
A difesa di quelle scelte per cui hai detto NO ad altre cose, che pur ti piacevano.
Perché ora, con te stesso, dovresti accettare di svilire quelle tue scelte personali?
Perché ora, con i tuoi colleghi, dovresti sminuire il loro lavoro, accettando di diminuirne lo standard qualitativo generale?
In BertO, molte volte abbiamo sentito i fondatori dire NO, e abbiamo imparato il valore di questa parolina.
Un NO può servire più di mille altre cose al… SÌ alla qualità, al risultato, alla soddisfazione, personale e di tutto il gruppo di lavoro.
È anche sui NO ai compromessi che il Made in Meda è diventato quel simbolo di eccellenza qualitativa straordinario, che tutti i veri appassionati di Design nel mondo conoscono e apprezzano.
Lo stesso atteggiamento – intransigente sulla qualità, ma sempre pronto al miglior consiglio possibile – che caratterizza il lavoro dei nostri esperti designer di interni.
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