E’ tra le più giovani collaboratrici BertO e allo stesso tempo tra le più esperte. Le sue mani, potessero parlare, direbbero tanto, soprattutto alle nuove generazioni. Oppure starebbero in silenzio, lasciando km di cuciture a parlare per lei. Il suo nome è Serafina Gallo, cucitrice BertO40.
Nome: Serafina Gallo
Professione: cucitrice
Segni particolari: veloce, sa quel che dice, esperta.
Anni di attività alla BertO: 1 e mezzo.
Il più bel divano che tu abbia mai cucito?
Belli tutti. Sono tutti diversi. Una volta finiti, sembra sempre che debbano andare a casa tua o di qualche parente stretto. L’estate appena passata ho cucito il nuovo rivestimento del letto Soho, quello in lino fiorato della collezione Chivasso. Quando l’ho visto nelle foto della nuova Collezione Atelier ho detto “caspita, quello l’ho fatto io” ed è stata una grande soddisfazione. Anche se cuci da quarant’anni cerchi sempre di fare del tuo meglio. Pensi al cliente che riceverà il divano, alla famiglia che si siederà per le feste o solo per rilassarsi la sera ed è come se lo facessi per me stessa.
Tu sei nel team delle Sarte cucitrici BertO. Il tuo lavoro sta nel mezzo.
Il mio lavoro avviene in real time. Mi spiego: Luigi ci consegna le pelli e i tessuti tagliati. Noi li proviamo sul divano direttamente con lui e da lì parte la creazione vera e propria. Tagliamo e cuciamo i rivestimenti direttamente sul divano. Li modelliamo tutte le volte come fossero sculture.
E’ cambiato qualcosa negli ultimi 16 mesi, da quando hai iniziato a lavorare qui?
Faccio la sarta cucitrice da quando avevo 15 anni. Ho studiato da segretaria ma ho rinunciato per fare questo lavoro. Il divano dà sicuramente più soddisfazioni e se tornassi indietro lo rifarei. É un lavoro creativo. Ho alle spalle talmente tanti divani che ogni cambiamento viene studiato e assimilato come un nuovo processo di crescita. Il cambiamento per me è stata la BertO: ti accoglie, ti fa sentire parte della famiglia. Lavorare accanto a Giorgio (Carlo Berto, fondatore dell’azienda insieme a Fioravante Berto n.d.r.) dà molta sicurezza. Lavorare con serenità vuol dire lavorare bene.
Cosa ti da maggiori soddisfazioni in quello che fai?
Vedere realizzati i modelli sui quali lavoro. Vederli finalmente finiti. Quando guardo la stoffa arrotolata so già come la cucirò. Quando faccio le prove, ritocco i tagli esattamente come farebbe una sarta su un manichino, lo riprendo, finisco il lavoro e vedo il risultato davanti a me, costruito taglio per taglio e cucitura per cucitura, beh son soddisfazioni.
Come riconosci un divano ben fatto?
Ogni persona capisce se un divano è fatto bene oppure no. In effetti mi capita di soffermarmi su alcuni dettagli anche quando non sono in tappezzeria. Lo faccio involontariamente. Per esempio dal dentista, in sala d’attesa, siedo sui divanetti e mi capita di guardare le cuciture e mi sorprendo nel pensare “mizzega, qui non potevano tenerle più lunghe?”. Il punto lungo mi piace molto.
Il tuo divano preferito?
La mia casa è arredata in stile (definizione acquisita per indicare ambienti i cui arredi presentano decorazioni diverse, tessuti, gessi e intagli, spesso risalenti al passato come lo stile Luigi XV, Luigi XVI, l’Art Decò, Liberty fino ad arrivare al post moderno. N.d.r.). Vedo i divani chesterfield e mi piacciono sempre. Per quanto riguarda i moderni, il divano componibile Christian è il mio preferito.
Cosa significa per te #BertO40?
Innanzitutto una grande festa che ha avuto inizio con la serata trascorsa insieme lo scorso novembre. Ricordo bene Filippo e la sua immensa gratitudine per suo padre. La determinazione e forza con cui cucio i divani è la stessa che vedo in lui per portare avanti l’azienda di famiglia nel miglior modo possibile. Filippo ha dei valori e li vuole portare avanti. E’ giovane e io credo nei giovani. E’ vero, sono più vecchia, ma voglio aiutare a remare. Voglio aiutare Filippo perché è in gamba e io gli do fiducia.
Come vedi l’azienda tra 10 anni?
La vedo bene. Una bella azienda nella quale forse io non lavorerò più perché ci sarà forse una giovane cucitrice che prenderà il posto della più anziana, che l’ultima diventi la prima. Largo ai giovani! In passato ho fatto la maestra cucitrice. Il passaggio generazionale è fondamentale. Il mio è un lavoro splendido, creativo e spero vivamente di vedermi circondata di giovani e talentuose sarte cucitrici.
Grazie Serafina!