Cos’hanno in comune il mosaico romano, una borsa in feltro, l’arte del decoro a intarsio, occhiali gioiello e una tradizionale sartoria a cavallo tra la prima e la seconda generazione?
Un progetto chiamato Botteghe digitali. Ma non solo.
All’interno della suggestiva “cattedrale” della Fabbrica del Vapore – dove è allestita la mostra New Craft in occasione della XXI Triennale di Milano – si sono incontrati oggi alcuni dei più influenti comunicatori del web per scoprire quali straordinarie storie possano nascere da cortocircuiti creativi.
La protagonista di oggi è stata una nuova umanità finanziaria: Banca IFIS, partner della mostra e organizzatrice della giornata, ha deciso di investire sullo sviluppo digitale delle PMI creando uno strumento per promuovere la digitalizzazione dell’artigianato e del Made in Italy, chiamato Fare Impresa Futuro, con l’obiettivo di:
-condividere e promuovere i valori che la mostra New Craft racconta fino al 12 settembre;
-aiutare un gruppo di cinque imprese artigiane, attraverso il progetto Botteghe digitali, ad affermarsi nel mercato.
L’interesse per il nuovo mondo artigiano dimostrato da grandi gruppi non è una novità. Il circolo virtuoso che ha coinvolto colossi come Google, Samsung e Banca Ifis ha mostrato oggi che i confini tra Piccole e Medie Imprese e grandi investimenti hanno ancora una volta rotto gli argini, stupendoci con nuove forme di collaborazione e di crescita reciproca.
Quando Giovanni Bossi CEO Ifis ha raccontato di una “nuova” era del sistema bancario con al centro l’impresa, lo ha fatto in seguito a un percorso che comprende due anni di studio sulle imprese artigiane italiane realizzato con Fondazione Nord Est, una call per selezionare imprese meritevoli su cui investire, costruendo così una “macchina da guerra” che potesse aiutare a crescere le cinque aziende selezionate, e infine creando un format ripetibile e stabile.
In fin dei conti, anche la banca si è costruita una nuova cassetta degli attrezzi da poter condividere e utilizzare con un nuovo artigiano cosmopolita.
Per tornare alla domanda iniziale, ovvero cos’hanno in comune un istituto bancario e il mosaico romano di Studio Cassio, una borsa in feltro di Lefrac, l’arte del decoro a intarsio di Mobili Aresi, occhiali gioiello di Occhialeria Artigiana e una tradizionale sartoria a cavallo tra la prima e la seconda generazione come Sartoria Concolato?
Un progetto, una visione condivisa e l’appartenenza a un nuovo standard.