Si sa, nel nostro settore è difficile trovare giovani che rimpiazzino nel modo adeguato i magnifici Maestri Artigiani che così tanto hanno fatto per il Made in Meda, nei decenni.
I mestieri che hanno fatto – lo diciamo senza esagerare – la fortuna mondiale del nostro territorio, non sempre e non con tutti hanno l’appeal che avevano in passato.
I giovani fanno scelte diverse dagli anziani, non lo scopriamo certo noi, oggi.
Non si tratta qui di fare della sociologia spicciola, e nemmeno di criticare quelle che sono le sacrosante sensibilità che tutti – giovani, famiglie, istituzioni – possono avere rispetto alle scelte professionali da perseguire.
Ma quando delle forze in campo del livello delle Istituzioni, della Scuola, decidono che è il momento di attivarsi perché “I Mestieri del Design” tornino – nella mente e nella scala di valori delle persone – ad occupare un posto di rilevanza, beh, anche noi rappresentanti del mondo imprenditoriale sentiamo che la chiamata ci coinvolge e ci interessa in pieno.
Qui non si tratta – a nostro modo di vedere – semplicemente di intervenire sulla “crisi vocazionale” che coinvolge il mondo degli ebanisti, dei tappezzieri, dei progettisti, degli intagliatori, che pure sarebbe un risultato straordinario… no, c’è qualcosa di più che ci riguarda e ci motiva a partecipare al progetto nel modo più determinato.
Quando parliamo dei mestieri del Design, è come se parlassimo dei nostri organi vitali.
Un tappezziere, per il Made in Meda, è come il cuore per un organismo vivente.
Un falegname, per chi è attivo nel nostro settore, è come il cervello.
Un giovane che decide di far propria la fortuna di questo territorio, è come se fosse la colonna vertebrale dell’ecosistema.
Chi di noi non pone attenzione massima al proprio cuore, al proprio cervello, alla propria schiena?
Ecco: se il territorio equivale alla nostra realtà esistenziale – e noi crediamo sia così – allora parlare di questi mestieri è parlare delle componenti vitali del nostro vivere, non solo lavorativo.
È la nostra stessa essenza, come società civile e come impresa.
Senza queste scelte, senza queste sensibilità, senza questa attenzione verso quelli che noi consideriamo, appunto, parti vitali del sistema, cioè le persone portatrici di talento e professionalità, non potremo aspettarci, in futuro, di mantenere quelle straordinarie posizioni di eccellenza che tutto il pianeta mostra di apprezzare (anzi: di adorare), da molto molto tempo.
Noi ci siamo, quindi: per la nostra Ditta, ma ancora più per il nostro territorio e per il futuro delle nuove generazioni.
Grazie quindi all’Amministrazione Comunale e alla Scuola per averci coinvolto in questa meravigliosa iniziativa, e… appuntamento a breve per gli aggiornamenti sul progetto “I Mestieri del Design“!