E’ tra i più giovani collaboratori BertO ma è arrivato a un traguardo importante: 10 anni di attività. Dalla scuola per tappezzieri alla tappezzeria come scuola: è Davide De Robertis: autista, tappezziere e montatore #BertO40.
Nome: Davide De Robertis
Professione: autista, tappezziere montatore
Segni particolari: determinato, atletico e generoso. Con una cosa importante da dire ai giovani brianzoli: “Fare i tappezzieri è un bel mestiere”!
Anni di attività alla BertO: 10
Dieci anni di attività e sei molto giovane. Come sei arrivato alla BertO?
Non penso di essere poi così giovane (ride). Piuttosto credo che oggi sia raro trovare una persona sotto i trent’anni che festeggi dieci anni di attività nella stessa azienda. Sono indubbiamente fortunato e orgoglioso di questo traguardo. Ho frequentato la classe di Tappezzeria dell’Istituto Terragni di Meda. Ho fatto uno stage qui e sono rimasto dopo il diploma.
Ti ricordi questa foto? Cosa stavi facendo?
Qui ero proprio all’inizio. Avevo finito la scuola dove avevo imparato l’arte tappezziera tradizionale e mi sono dovuto misurare con la realtà: tradizione, velocità e innovazione.Ero in laboratorio e stavo probabilmente lavorando con Flavio (Cairoli n.d.r.) e Carlo (Berto n.d.r.). Stavamo rinforzando un piedino per poterlo stabilizzare su un fusto sicuramente su misura. Le modifiche e le personalizzazioni erano all’ordine del giorno. Man mano che si trovavano soluzioni, si miglioravano costantemente fino a farle diventare “nuova tecnologia” artigiana. Ho studiato per diventare tappezziere e ho imparato in bottega il mestiere per alcuni anni a tempo pieno. Oggi sono un collaboratore BertO orgoglioso di presentarmi come tappezziere nelle case dei clienti, in grado di intervenire sul mobile in fase di montaggio con competenza.
“Da grande voglio fare il tappezziere” non sembra essere una frase ricorrente tra i giovani. Come mai secondo te?
No infatti, la classe di Tappezzeria al Terragni quest’anno non è partita. In famiglia ho un giovane studente di tappezzeria che sta facendo il mio stesso percorso e sono molto contento per lui. L’ho incoraggiato quando l’ho saputo. Incoraggerei qualsiasi giovane ragazzo se mi chiedesse un consiglio. E’ un lavoro che richiede sacrifici ma che regala molte soddisfazioni. Imparare e creare, dal disegno all’imballaggio. Veder crescere, punto per punto, cinghia dopo cinghia, un divano che racconta la storia di tante persone è una grande soddisfazione. Il progetto Divanoxmanagua è stato importante per trovare un dialogo tra le aziende e gli studenti. E’ stato molto bello.
Qual è stato il divano più bello che tu abbia mai consegnato?
Era un divano Chester sul quale era stata dipinta la bandiera inglese. Era un lavoro che non avevo mai visto prima e che non ho più visto nemmeno dopo, anche oggi dove gli interventi di personalizzazione sono praticamente totali. Quella volta invece avevamo realizzato un divano in pelle marrone scura, eseguito secondo la tradizione e il risultato era un tripudio di classicità ed eleganza. Terminato, l’abbiamo caricato sul furgone e consegnato a un’artista milanese che l’ha tenuto in casa qualche giorno, giusto il tempo di dipingere sulle orfelle l’Union Jack. Quando l’ho consegnato al cliente ero talmente orgoglioso e entusiasta del risultato finale che sembrava quasi l’avessi realizzato io, centimetro per centimetro.
E il tuo preferito?
Il divano in pelle Christian. Morbido, moderno, bellissimo.
Qual è la cosa che ti soddisfa di più nel tuo lavoro?
Portare la BertO fuori dal laboratorio, farla entrare nelle case delle persone, vedere la soddisfazione negli occhi del cliente e sapere che quello sguardo è per tutti i miei colleghi.
BertO40 è stata la festa dell’azienda ma anche di tutti i collaboratori. Cosa significa per te?
E’ stata una serata molto bella per tanti punti di vista. Una soddisfazione per Filippo (Berto n.d.r.) per aver avuto intorno a se tante persone che lo hanno sostenuto, per i colleghi, il ricordo di Fioravante. Ma è stata anche una serata di festa e di gioia. Eravamo in tanti, forse 150? E tutti avevamo voglia di festeggiare, di ridere, di manifestare la soddisfazione di essere lì a onorare il nostro lavoro. Quando 150 persone felici si riuniscono non può che nascere una serata indimenticabile.
Grazie Davide!