Da due anni, qualsiasi grafica passi per il sito, il blog e i social network è stata studiata da lei. Conosce i tessuti e le pelli come un tappezziere; digitalizza anche il più morbido dei velluti e trasforma il divano più bello in un oggetto da desiderare. Il suo nome è Mariann, grafica #BertO40.
Nome: Mariann Komlosi.
Professione: graphic designer.
Segni particolari: brianzola d’adozione. Per lei vale la frase “ciò che Mariann non può fare, allora non esiste”.
Anni di attività alla BertO: 2
Ti ricordi quando sei arrivata?
Si, sembrano passati vent’anni, ma in realtà è successo tutto poco tempo fa. Avevo appuntamento con Filippo a Meda in showroom, che poi è anche la mia sede operativa. Era il primo giorno di apertura dopo le vacanze di Natale di due anni fa. Era in corso una riunione operativa serratissima. Sono arrivata nel bel mezzo di un cambio d’immagine importante per il sito e per tutta l’azienda. Volavano numeri e parole con una velocità incredibile. Se dovessi trovare una parola per descrivere la mia prima impressione, sarebbe: velocità. E la seconda innovazione.
È cambiato qualcosa da quando sei arrivata?
Due versioni del sito web (ride n.d.r.). È stato un lavoro in crescendo, sia dal punto di vista dei contenuti che del ritmo. Le piattaforme digitali BertO, una su tutte il sito, sono cantieri costantemente aperti. Ho iniziato occupandomi principalmente di grafica e ho proseguito fotografando il backstage BertO, sia in laboratorio che in showroom. Tutto è in continua evoluzione. Non mi è ancora capitato di vedere un progetto concluso senza che prima fossero partite almeno due versioni di aggiornamento dello stesso.
Concedimi una metafora: tu rendi “toccabile” ciò che in realtà non lo è. Cosa significa nel tuo lavoro?
In questa frase passa proprio la differenza: cerco di trattare qualsiasi immagine come se fosse “viva”, dotata di un nome, un cognome, una provenienza e una storia. Vuole anche dire amare particolarmente un prodotto e riuscire a trasmettere a chi guarda un catalogo o un monitor, la stessa sensazione che provo io stando a mezzo metro dal prodotto.. Sono fortunata, il mio è un lavoro davvero bello.
Hai l’occasione di raccontare ai clienti che guardano il sito cosa c’è dietro a tutto questo. Da dove vuoi partire?
Quanto tempo ho? (ride n.d.r.) Battute a parte, c’è tanto tanto lavoro. Partirei facendo notare la presenza di tutti i colleghi, dal primo all’ultimo. Non si vedono ma ci sono in ogni singolo scatto, grafica e dettaglio che appare sul sito.
Parlando invece di prodotti, qual è il tuo modello preferito?
Senza dubbio il divano componibile Morris. E’ in assoluto il divano più comodo che abbia provato sin ora.
E il più bello da “digitalizzare”?
La poltrona Queen in pelle pieno fiore vintage color bordeaux. Ero in laboratorio ed è stato incredibile. Guardavo quella pelle meravigliosa che si trasformava in decorazione, tradizione, storia come solo il capitonné può fare.
La lavorazione più bella?
Una mattina sono entrata in laboratorio e ho visto un fusto molto particolare appoggiato a un tavolo. Non capivo se ci fosse qualcuno a tenerlo oppure se fosse pericolosamente in bilico. Mi sono avvicinata e non solo era saldamente appoggiato al piano, ma era contemporaneamente il fusto più fuori squadra che avessi mai visto. Scopro solo dopo pochi scatti che era un Morris, il mio preferito, completamente su misura.
La tua più grande BertO-soddisfazione?
Vedere l’infografica di Google AdWords che festeggia il suo quindicesimo anniversario, trovare un divano stilizzato e leggere BertO a fianco. Mi sono sentita molto orgogliosa di essere parte dell’azienda.
Tu che fai foto, sei spesso poco fotografata. C’è uno scatto al quale sei particolarmente affezionata?
Questo set è stato molto interessante: scattavo e scoprivo una cosa che non avevo mai visto dal vivo. Esiste molto materiale sulla tecnica tradizionale, avevo visto dei divani Chesterfiled in attesa di essere ultimati, so come è fatto un divano in bianco, come si taglia un rivestimento. Ma vedere quasi tutto il processo live, fotografarlo e raccontarlo è stato emozionante.
Cosa significa per te BertO40?
Mi ripeto, ma è così. Mi sento molto orgogliosa di lavorare in un’azienda che ha fatto, nel suo piccolo, una cosa davvero speciale. Non è da tutti e non è per niente facile festeggiare quarant’anni di attività.
Come vedi la BertO tra dieci anni?
Con un sito grande tre volte tanto e quindici colleghi che lavorano per digitalizzare uno tra i prodotti più tradizionali che esista sulla terra.
Grazie Mariann!
vi meritate altri 40 (almeno) anni di attività in crescendo. Soprattutto se per voi lavorano persone come Mariann! Auguri!!!
Grazie Giulia, da parte di tutti noi!