Il Gennaio del 2004 segna l’inizio di un’avventura straordinaria nel mondo del design e dell’arredamento italiano: Filippo Berto, il nostro CEO, scriveva il primo post di BertOStory.
Quello che all’epoca poteva sembrare un passo modesto si è rivelato essere il primo esempio di un blog nel settore dell’arredamento in Italia, segnando l’inizio di una lunga e appassionante storia.
Nel primo articolo del suo Blog, Filippo Berto scriveva:
“Mi piacciono i blog! voglio il mio spazio quotidiano (tempo permettendo) per raccontare le mie giornate e il mio lavoro, non so se verrà letto ma per ora va bene cosi! cominciamo!
Abito a Meda, vicino a Milano e sono occupato presso l’azienda di famiglia. Produciamo divani e poltrone da 40 anni ormai e la nostra è una vera e propria passione.
Se vi capita di passare in Brianza e siete curiosi di conoscere come nasce un divano, passate a trovarmi, sarò lieto di mostrarvi le fasi di produzione, come lavoriamo e di raccontarvi un po’ di storia dell’artigianato locale.
Abbiamo un sito internet dove vedere i nostri divani fateci un giro e scoprite la nostra produzione di salotti, divani e divani letto, poltrone, letti e tendaggi.
Oggi, nel gennaio del 2024, a distanza di 20 anni, in un’intervista esclusiva, Filippo Berto ci svela gli intricati dettagli sulla genesi di BertOStory. Condivide con noi il contesto in cui è nato, le motivazioni che hanno ispirato la sua creazione, l’impatto che questo ha avuto, e le prospettive future che si delineano.
Guarda l’intervista a Filippo Berto!
Quando e perché è nato il Blog BertOStory?
“Venti anni fa, scrivevo il primo post del Blog #BertOStory.
Scrivevo con un solo intento: non quello di diventare i primi a scrivere un blog, ma quello di comunicare al mondo chi eravamo e cosa ci appassionava.
L’idea era quella di aprire le porte del nostro Laboratorio, comunicare e raccontare tutto ciò che accadeva nel viaggio dell’impresa artigiana Medese, come io stesso ho definito.
Questa semplice idea si è poi rivelata essere il primo esempio italiano di blog nel settore dell’arredamento.”
Qual è stato l’impatto più significativo di BertOStory a livello aziendale?
“L’idea era appunto quella di aprire le porte del nostro laboratorio e costruire un vero e proprio ponte per collegare questo laboratorio artigiano con il resto del mondo.
Eravamo un piccolo laboratorio di tappezzeria fondato dai fratelli BertO con un grande sogno: far emergere e far conoscere la tappezzeria, l’abilità di costruire su misura, la qualità e l’arte manifatturiera che caratterizza anche Meda, la Capitale mondiale del design, al maggior numero possibile di persone.
La comunicazione digitale è stata quindi il mezzo che ci ha permesso di realizzare questo sogno, facendoci diventare un Caso Studio per il Digitale riconosciuto da Google.”
Come BertOStory è evoluto e in che modo si è adattato ai cambiamenti nel panorama digitale e alle esigenze del pubblico?
Il Blog #BertOStory ci ha accompagnato per gli ultimi 20 anni della nostra azienda.
Sfogliando le innumerevoli pagine che lo compongono, è possibile tracciare una vera e propria evoluzione dell’azienda che si riflette nei contenuti del Blog: le nostre linee di prodotti, progetti incredibili, eventi …
L’utilizzo della Comunicazione Digitale ci ha permesso di entrare in contatto con molte persone. Questo è stato fantastico perché, oltre a inizialmente favorire la vendita online, ci ha permesso di imparare ad ascoltare il cliente e costruire servizi unici e straordinari dedicati a loro.
Abbiamo così capito che la strada da intraprendere era una sola: costruire una rete distributiva diretta di negozi monomarca al fine di fornire ai nostri clienti il miglior prodotto e la miglior assistenza.
Quali sono le prospettive future per BertOStory?
“Le prospettive future sono infinite.
Stiamo lavorando su più fronti: l’apertura di nuovi punti vendita (l’ultimo dei quali a Lugano), la trasformazione della produzione, la creazione di nuovi servizi e nuove famiglie di prodotto…
La cosa più importante è che, nonostante siano passati 20 anni dalla pubblicazione del primo articolo, la cosa stupefacente è che non abbiamo ancora esaurito l’energia e l’entusiasmo nel raccontare e nell’aprire le porte del nostro laboratorio.
Per noi è un vero e proprio privilegio poter condividere retroscena ed esperienze quotidiane.”
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