Oggi ci divertiamo intorno a un concetto, che chi mastica “aziendalese” conosce bene.
Il Company Profile.
Premesso che anche noi, sul nostro sito, abbiamo contenuti in linea con quel tipo di presentazione – completa ma non pedissequa, seria ma non seriosa, che… si dà importanza fingendo di non farlo – il Company Profile in genere non è qualcosa che emoziona.
Invece il Company Profile di cui andiamo a parlarvi è qualcosa di intensamente emozionante.
Non è un caso che queste righe nascano a margine di un servizio fotografico, perché la riflessione che ci emoziona nasce proprio dalla considerazione che il vero “Profile” della nostra azienda sta nel modo in cui si presenti, si racconta, si fa conoscere.
Il profilo che mostriamo a chi si avvicina a BertO corrisponde alla linea delle nostre collezioni, al design di un oggetto e anche – certamente – al service design dei nostri punti vendita.
Vorremmo sempre, anche noi come tutti, mostrare il nostro profilo migliore, un po’ come quando ci si fa una foto con gli amici e si cerca di apparire al meglio possibile.
Ecco: le foto.
Parole, parole, parole – diceva Mina… ne scriviamo di parole, nei nostri post, per cercare di descrivere quello che una foto, con la sua silenziosa eloquenza, dice in una frazione di secondo.
Tutto questo è vero sempre, è un fatto che si rinnova ad ogni servizio fotografico di ogni nuova collezione.
Ma questa volta c’è qualcosa di più.
Mentre fotografiamo un tavolino accanto a una poltrona – questa volta – ci rendiamo conto che quell’immagine non descriverà un tavolino e una poltrona, ma un brand: il nostro.
Mentre ritraiamo un ambiente – questa volta – capiamo che quell’immagine non ritrarrà un ambiente, ma un luogo dove è possibile andare davvero: i nostri punti vendita.
Mentre catturiamo in uno scatto il piacere del comfort – questa volta – comprendiamo che quell’immagine non racconterà un piacere solo funzionale, ma il vero piacere che si prova in un incontro conviviale: quelli che organizziamo con BertoLive.
In poche parole: un Company Profile senza parole.
Filippo Berto