Il titolo è un po’ criptico, devo spiegare meglio.
Osservo a volte come ci siano produttori di divani che usano la parola “artigianale” a proposito di prodotti che di artiginale – lo si capisce lontano un miglio – hanno ben poco.
Al contrario, mi capita di incontrare imprenditori con i quali mi sento di condividere così profondamente l’attaccamento all’azienda, la passione per il prodotto e la visione di fondo del lavoro che… quasi quasi, ciò che produciamo passa in secondo piano.
Perché viviamo l’azienda 24/7, perché ne conosciamo il motore e l’anima, perché – in una parola – ci mettiamo la faccia.
E’ il caso di Caffè Carbonelli, azienda familiare portata avanti dall’instancabile Luca Carbonelli, che ho potuto conoscere grazie alla rete e in particolare al prof Stefano Epifani durante una testimonianza al suo corso in Sapienza, e dal quale sono nati i presupposti per un piacevole rapporto di amicizia.
Da questa stima – che sarei onorato di poter definire “reciproca” – è nato un nuovo progetto, ancora una volta frutto dell’intraprendenza di Luca, che anche noi di Berto Salotti condividiamo al 100%.
Lo condividiamo al punto da fornire virtualmente una nostra poltrona, per renderlo… più comodo 🙂
Mi riferisco al Salotto del Caffè, recente piattaforma di conversazione di Caffè Carbonelli.
Un luogo dove – grazie alla piacevolezza dei post – è facile immaginarsi a conversare, comodamente sprofondati nella pelle della nostra poltrona Nausicaa, avvolti nell’aroma di caffè di Casa Carbonelli…
Vorrei sintetizzare in una frase perché l’approccio al lavoro di Luca – dall’attaccamento alla famiglia e ai valori di impresa che gli ha trasmesso, alla conoscenza profondissima del suo prodotto – mi piace così tanto, ma non ho trovato nulla di meglio della frase che lui stesso ha scritto per aprire la pagina “Il nostro caffè”:
Noi, il nostro lavoro ce lo siamo inventato. Ce lo siamo creato.
Avercene, di Luca Carbonelli!
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Mamma, che bello…
onoratissimo sono io a poter leggere queste tue parole. La stima? senza quella non si potrebbe pensare a nessun tipo di rapporto di amicizia.
E si, perché, caro Filippo, anche se si vive e si lavora a km di distanza, mi sento amico tuo. Una persona con cui condividi valori familiari, aziendali, e un approccio al lavoro orientato alla creazione del futuro. alla crescita e non alla più commerciale “vendita”. Dove non ci si accontenta del fatturato se questo non corrisponde alla piena soddisfazione del cliente.
Hai citato il prof. Stefano Epifani, e chi se lo scorda quel giorno. Il suo invito, e l’accostamento a te e alla tua azienda (già decisamente più avanti della mia microimpresa). Per me fu un onore. Fu illuminante il tuo intervento, e sapere che durante il nostro oscuro lavoro ci sono professionisti che invece seguono i nostri passi, è uno stimolo grandissimo.
Avevo iniziato questo commento credendo che sarei riuscito a scrivere un semplice GRAZIE. Poi come al solito l’emozione mi fa brutti scherzi.
Ah, ti correggo solo su una cosa: presto il salotto avrà il suo primo evento, e poi la sua apertura fisica. 😉 preparati..
mamma che bello si! sono convinto che questo è solo l’inizio…farai grandissime cose, lo sento e spero di farne qualcuna insieme a te, per cui scaldo le mani e inizio a produrre!