Filippo Berto – autore del libro e CEO BertO – risponde alle domande di Marco Troncon – Esperto di Artigianato e Professioni– durante la presentazione del libro “Made in Meda – Il Futuro del Design ha già mille Anni” tenutasi giovedì 22/09 nello Showroom di Noventa Padovana
Marco Trocon: La parola a Filippo Berto per presentarsi e per raccontarci della sua “INCAZZATURA” che ha generato lo sforzo di produrre questo libro e presentare la realtà di MEDA. Accenni alla storia della nascita del distretto. Qualche info della sua entrata in azienda e del percorso di sviluppo attivato.
Filippo Berto: Caro Marco, innanzitutto fammi dire quanto sono felice (poi parliamo di quando mi ero incazzato…) sono felice per più motivi.
Perché qui intorno a noi non ci sono persone normali, individui qualunque, no: qui ci sono gli amici e i clienti, i clienti BertO che sono persone straordinarie le quali – loro più di tutti – dovrebbero spiegare il Made in Meda, perché lo hanno capito e lo hanno scelto, per loro cultura, loro capacità, loro gusto.
E noi della BertO non ci dimentichiamo nemmeno per un minuto dei nostri clienti!!
E poi sono felice perché posso parlare di Meda, anzi del Made in Meda, che è mille volte meglio del Made in Italy, perché rappresenta il meglio del Design. Si sa che il Design italiano è il migliore il mondo, ecco il Design Made in Meda è il migliore di tutti… e ho scritto un libro proprio per approfondire questo fenomeno, comprenderlo a fondo, anche nelle sue ragioni storiche e culturali.
Ti dirò che è stato un viaggio, un viaggio fantastico che all’inizio (il famoso momento in cui mi sono incazzato e ho deciso di scriverlo), beh, proprio non immaginavo.
Grazie al contributo di persone e di studiosi che mi hanno affiancato, questo viaggio mi ha portato addirittura indietro nel tempo… io pensavo magari agli anni ’50, oppure al 900, perché un po’ sapevo che a Meda anche nel secolo scorso c’erano fior di fabbriche… e invece: MEDIOEVO! BADESSE!
Proprio così, abbiamo studiato, ci siamo documentati, ed è emersa una realtà straordinaria, e cioè che quella eccellenza manifatturiera che tutti conoscono, che ha reso Meda famosa nel mondo, è proprio nel DNA della città, delle persone che la abitano, perché risale a secoli e secoli or sono.
In sostanza, tutto nasce dal Monastero di San Vittore, una vera e propria istituzione, nata appunto intorno al 1000 a Meda (oggi Villa Antona Traversi, e il Conte Traversi, attuale proprietario dell’edificio, è stato anche lui un bell’aiuto nel ricostruire il tutto).
Devi sapere che le “donne manager” del tempo, e cioè le Badesse, le suore che gestivano con mano sicura tutta quell’azienda ante-litteram, che era il Monastero, esortavano i contadini, nelle stagioni in cui non si lavoravano i campi, a fare il legnamée, a lavorare il legno, ad aggiustare qualche mobile…
Piano piano queste attitudini si sono sviluppate, e – nelle varie evoluzioni dei secoli, il libro lo racconta bene – sono arrivate ai giorni nostri in forma di vera e propria eccellenza manifatturiera.
Ho riassunto in due minuti 1000 anni di storia… spero di aver dato i punti chiave della questione.
Quanto all’incazzatura… devi sapere che fin da bambino io mi sono sentito in mezzo ai supereroi: lo puoi immaginare!
Intanto in laboratorio da mio papà e mio zio venivano tutti i grandissimi nomi, quelli che studiano nelle università in tutto il mondo, li vedevo, parlavano con me, dei giganti del Design. E poi c’erano questi maghi, questi mostri di bravura… questi Maestri Artigiani che potevano fare tutto, con le loro mani! Sai che mio papà faceva le gare di capitonné?
Ebbene, con il passare degli anni, sono cresciuto e sono maturato, ed è arrivato il mio turno di entrare in azienda.
Inizialmente ero timido e spaesato, poi sono stato spinto a cercare qualcosa di nuovo, e mi sono confrontato con il digitale, con i blog (abbiamo creato allora il primo corporate blog del Design italiano)… tante cosa, ma il Made in Meda era sempre sullo sfondo.
Nel corso del tempo, mi sono reso definitivamente conto di quanto poco il valore straordinario rappresentato da Meda non fosse proprio raccontato, valorizzato in alcun modo.
Per niente, proprio!
A Meda lo si dà per scontato, in giro per il mondo, a parte quei pochissimi che seguono le lavorazioni e sanno che per certe cose… o vai a Meda o vai a Meda – designer, progettisti, industriali – a parte loro, nessuno parlava mai della bravura stellare della gente di Meda…
E anzi: crescevano i problemi.
A un certo punto ho detto basta. L’incazzatura ha raggiunto il segno. Ho capito, ho sbollito, ho trasformato la rabbia in energia positiva, e siamo partiti, con l’obiettivo di iniziare a costruire una nuova consapevolezza sul Made in Meda.
Ed è nato il libro.
Ed eccoci qua.
Marco Trocon: Filippo, raccontaci del tuo prodotto…
Filippo Berto: Il prodotto BertO… non è un prodotto, ma il risultato di un incontro.
L’incontro tra la cultura del Made in Meda – quindi eccellenza assoluta – e la persona che si rivolge a noi.
Da questo incontro nasce un dialogo, che porta a delle risposte alle esigenze di quella persona.
Quando si rivolgono a noi, i clienti, desiderano una cosa specifica, che è realizzare il loro sogno di comfort, di arredo funzionale, di una casa che sia loro, profondamente loro.
E noi, sai cosa facciamo? Zitti e muti, ascoltiamo, ascoltiamo e poi ascoltiamo ancora.
Solo allora cominciamo a capire che cosa possiamo proporre a queste persone per realizzare i loro sogni.
E allora entra in campo la fortissima esperienza dei nostri designer, i quali aggiornano instancabilmente le collezioni, proprio sulla base – indovina di cosa? – di quel che ci dicono i clienti!
I nostri prodotti di arredo, li chiamiamo Dream Design Made in Meda, Design dei Sogni, perché si basano sui sogni dei nostri clienti: tutto quello che noi realizziamo, sia nelle collezioni, sia nelle realizzazioni su misura, ad hoc, con pezzi unici, nasce da ciò che i clienti sognano per se stessi e per la loro casa.
Solo cosi, abbiamo capito nel tempo, è possibile soddisfare davvero un’esigenza, uscire dalla banalità delle risposte preconfezionate, dei prodotti “buoni per tutti e validi per nessuno“, come se ognuno di noi non avesse una sua personalità, una sua realtà specifica: noi rispettiamo questo, e lo valorizziamo tramite arredi studiati intorno alla persona, alla famiglia.
Sempre naturalmente con gli standard qualitativi del Made in Meda.
Penso che diverse persone qui presenti te lo potranno confermare. O almeno spero!
Marco Troncon: Spesso il mondo dell’impresa si interroga su come coinvolgere nuove risorse nei propri processi produttivi. Come attirare i giovani verso il mondo della manifattura? Che esperienza sta facendo nel suo processo di crescita BertO?
Filippo Berto: Tocchi un tasto importantissimo, una delle cose che mi stanno più a cuore.
Non è un caso se una delle 10 tesi del libro – Le 10 tesi per il Made in Meda del Futuro che chiudono il mio libro lanciandosi appunto verso il futuro, in 10 punti – è dedicata proprio ai giovani.
Ma non nel senso che chiede ai giovani di fare delle cose, no.
Noi chiediamo a noi stessi di fare delle cose per i giovani.
E questo non per un senso di altruismo, o altro, bensì perché è vitale per il nostro settore, senza giovani si muore.
E noi, nel nostro settore, un po’ come tutti gli artigiani, abbiamo corso questo rischio, lo corriamo tuttora, anche se noi in BertO, grazie alle tante attività svolte e alla costante attenzione alla scuola, ai centri di formazione sul territorio, e anche a idee innovative quali il crowdcrafting, ci sentiamo un pochino più vicini di altri alle giovani generazioni.
E loro se ne accorgono, ci cercano, vogliono venire a lavorare da noi, a volte anche lasciando realtà più famose, piu blasonate.
Ma non basta. Noi siamo impegnatissimi anche a livello pubblico, in contatto con le istituzioni, il Sindaco, la Regione, perché secondo noi l’azienda è un pezzo di società, inutile far finta che il lavoro sta da una parte e le famiglie, la vita personale da un’altra… non funziona così.
Abbiamo una responsabilità enorme, ENORME, sia verso il nostro lavoro, le nostre aziende, sia verso i nostri figli.
Sono necessari gli uni alle altre, e noi soggetti attivi a livello imprenditoriale possiamo fare tantissimo, anche nello stimolare le istituzioni, ad esempio.
Nel nostro piccolo, ad esempio, questo libro ha suscitato l’interesse anche pubblico, e attraverso quello l’attenzione dei giovani.
Quando abbiamo presentato il libro al Comune di Meda c’era tutta la piccionaia, tutta la parte alta della sala, pienissima di giovani, alcuni dei quali erano anche stati da noi in azienda. C’erano, facevano il tifo, si sentiva la loro energia. Ecco, questo dovremmo fare, dovremmo farlo tutti i giorni.
A livello poi di crescita aziendale, il tema della formazione va oltre i giovani, secondo me.
Formazione è semplicemente qualcosa che non finisce mai, e noi in azienda abbiamo una linea di lavoro che si chiama BertoAcademy che serve proprio a questo, alla formazione permanente e continua di tutte le nostre persone, non solo le più giovani, ma tutti, indistintamente… noi ci formiamo di continuo.
Ovviamente ci sono diversi livelli e diversi approcci a seconda dei ruoli e dei compiti, e variano anche questi, evolvendosi man mano che la persona fa dei passi avanti.
Marco Troncon: Mi sembra di Capire che molti degli argomenti trattati nel libro ruotano intorno alla persona…
Filippo Berto: Beh, questo è poco ma sicuro.
Però lasciami dire che il nome del gioco qui, il fattore chiave, è sì la persona, ma direi ancora meglio la capacità di capirla, di ascoltarla.
Scusa se insisto da questo punto di vista, ma davvero noi abbiamo rivoluzionato l’azienda proprio partendo da questo: il dialogo empatico, anche personale, anche profondo a volte, con chi ci troviamo davanti.
Abbiamo fatto un grosso sforzo per uscire dallo schema venditore-cliente, ma è stata la cosa migliore che abbiamo fatto, perché ci si è aperto il mondo della relazione.
Una relazione con un cliente vuol dire che non è più solo un cliente, bensì è qualcuno da cui puoi anche imparare, con cui puoi condividere un evento, a cui puoi presentare, perché no, un’opportunità nuova, tutto quello che si fa con i propri contatti, nella vita personale di ognuno di noi, insomma.
E non è un caso che in BertO, su qualunque canale di comunicazione ci incontri, noi ci poniamo in ascolto attivo, al servizio della relazione, non delle vendite.
Questo le persone lo apprezzano tanto, e noi anche facciamo passi avanti tutti i giorni proprio perché è dai clienti che apprendiamo quali sono le vere esigenze, i veri desideri, i veri sogni di chi abbiamo davanti.
Materiale preziosissimo, su cui tutti noi, a partire dai designer, lavoriamo poi intensamente, cercando chiavi interpretative originali, ma sempre partendo da quel che ci insegnano le persone.
Breve sintesi delle tesi presentate nel testo.
Marco Troncon: Quale è la tua SFIDA per il FUTURO ?
Filippo Berto: Il futuro mi appassiona profondamente, ed è un libro che contiene questa parola nel titolo che mi ha forse ispirato in maniera particolare… mi riferisco a Futuro Artigiano del prof. Stefano Micelli, in cui per la prima volta ho visto una valorizzazione di chi sa lavorare con le mani a un livello importante, un livello che riesce a incidere nella società.
La mia sfida personale è portare avanti l’azienda fondata da mio padre e mio zio senza tradire il Made in Meda.
Detta così sembra una “frasina” buttata lì, forse, ma ti garantisco che l’impegno è enorme e la sfida è globale, planetaria.
Noi abbiamo clienti ovunque e – con l’approccio che ti ho descritto, diretto, sempre personale, sempre dedicato – portiamo avanti ogni giornata di lavoro sulla base di relazioni one-to-one, senza mai delegare nulla all’esterno e senza che nulla delle nostre realizzazioni esca dalla nostra filiera, mai.
Penso che siamo un caso unico (siamo dei pazzi!).
In altre parole, noi custodiamo l’eccellenza di quello che facciamo non solo nel realizzare il prodotto, ma anche nella sua logistica, nella gestione dei processi, tutti i processi, nessuno escluso, è tutto direttamente svolto da noi, dal primo sketch del designer fino alla consegna al cliente, svolta da nostro personale con nostri mezzi.
BertO dall’inizio alla fine.
Secondo noi è questo il modo di assicurare un futuro alle nostre aziende e ai nostri figli, e la nostra sfida non può che essere questa.
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