Selezionare-progettare-realizzare-raccontare il lavoro artigiano, materializzato in un divano di alta sartoria, accomuna tutti gli showroom Berto, da Roma a Chelyabinsk, passando per Meda.
Ieri pomeriggio da Roma, l’intero team composto da Fabio, Michele e Cristina è venuto a trovarci e ne abbiamo approfittato per discutere di due territori, due città, due modi di vivere l’arredamento.
Con questo post, vi presento Cristina, il volto femminile di #BertoRoma.
Berto Salotti: Cristina, riesci a raccontare la Tappezzeria Sartoriale Berto utilizzando tre parole?
Cristina: competenza, passione e attenzione. La competenza è il tratto distintivo dell’azienda, composta da persone preparate e appassionate. Senza la passione non si possono creare rapporti interpersonali destinati a soddisfare il cliente o qualsiasi interlocutore. L’attenzione svolge proprio questo ruolo, noi abbiamo l’esigenza e la responsabilità di soddisfare il cliente, non solo di vendergli un divano. Questa è la sfida Berto.
BS: Quale valore aggiunto può offrire Berto a una città come quella di Roma?
C: Berto ha una visione molto radicata nella tradizione manifatturiera. Più ampia. Berto è un’azienda artigiana cosmopolita. Roma è una città che conosce molti mestieri tradizionali, anche se non si può paragonare alla Brianza, posso dire che ha una certa competenza in materia. Berto però, oltre alla tradizione, ha una forte spinta innovativa.
BS: Dopo #divanoxmanagua e #sofa4manhattan, ti piacerebbe un progetto dedicato a Roma? E chi dovrebbe coinvolgere?
C: Mi piacerebbe che i primi coinvolti fossero gli studenti che stanno imparando un mestiere. E mi piacerebbe che tra le infinite possibilità di scelta, rientrasse anche il mestiere del tappezziere. Per questo se posso immaginare un progetto per Roma lo faccio partendo proprio dalle scuole, dai bambini e dai ragazzi più giovani. Quella di Berto è una bellissima favola da raccontare. Solo che la favola Berto è realtà!