Chi ci segue ha già avuto modo di conoscere Gaddo della Gherardesca, amministratore delegato di The Good Life, rivista che per prima in Italia ha sposato il concetto “ibrido” di business e lifestyle, e Presidente del MDFF, Festival internazionale dedicato al design e all’architettura.
Naturalmente la sua presenza al Milano Design Film Festival 2021, non è passata inosservata.
Lui stesso ha avuto modo di partecipare attivamente agli incontri e alle sessioni sul futuro del Design – sia nei momenti di approfondimento e brainstorming, sia negli appuntamenti conviviali – che abbiamo avuto il piacere di svolgere in occasione dell’importante kermesse internazionale tenutasi pochi giorni fa in varie location milanesi, tra cui il nostro BertoStudio @ LOM – Locanda Officina Monumentale.
L’occasione è ghiotta, per noi, di scambiare alcune battute, che – grazie alla sua proverbiale generosità – sono diventate ben presto una vera e propria intervista.
Ve la proponiamo.
BertoStory: Questo è stato un anno di rilancio, un anno un po’ particolare ma di grande successo per quanto riguarda il Milano Design Film Festival. Ti va di raccontarci come hai letto quest’anno questa edizione?
Gaddo della Gherardesca: Dunque: io questa edizione l’ho letta come una edizione della ripartenza.
E’ un po’ come essere usciti dal letargo: gli orsi d’inverno stanno in letargo, passano il loro tempo smagrendo perché consumano le calorie che hanno ingerito l’anno prima, e lo stesso è stato per il nostro paese.
Però gli orsi non si indeboliscono fino a morire, semplicemente escono dalla tana più snelli. Questa è l’impressione che ho io dell’Italia.
L’Italia è uscita dal Covid in maniera più snella, non nelle dimensioni e nelle capacità, ma più snella nei concetti. Se c’è stato un vantaggio del Covid è stato quello di riportare al centro il buonsenso, la gente ha capito che tutto può finire.
Ci sono degli accadimenti traumatici storici – come le epidemie – che di colpo possono spazzare via tutto. La gente ha acquisito la relatività delle cose. C’è stato una sorta di “bagno di umiltà”… se prima tutti parlavano della “milano da bere” e dei “baby boomer”, ci siamo resi conto che la realtà dei fatti è la consistenza, cioè quello che realmente vale.
C’è stata una selezione drastica degli argomenti intorno ai quali addensare l’attenzione del pubblico.
Milano poi ha vissuto una vita particolare… quando ho letto sul muro “Milano non si ferma”, un gesto d’orgoglio milanese, ho capito cosa voleva dire. Voleva dire che Milano in questo anno e mezzo/due ha “covato il fuoco sotto la cenere” non ha mai spento il fuoco delle idee e delle realizzazioni.
Io per esempio ho un ufficio in zona Ripamonti /via Quaranta, lì c’è una grandissima opera che è iniziata con la Fondazione Prada (di cui parlavo ieri sera con Patrizio Bertelli), continuata con il palazzo di Fastweb… e il terzo edificio sarà la sede di Moncler. Un enorme distretto avveniristico, progettato dagli architetti Citterio e Viel (protagonisti del film presentato quest’anno in anteprima al MDFF 2021, “The importance of being an architect“).
Milano non si è fermata neanche nei valori immobiliari, e questo la dice lunga sull’interesse che una città come questa ha nell’opinione pubblica mondiale. Chiaramente nelle dimensioni nostre, non siamo certo Pechino, Singapore o Shangai… siamo però una città che ha tutto quello che le grandi città hanno. Più concentrato, e quindi di maggior valore.
Credo che il MDFF abbia potuto cavalcare questa voglia di ripartenza, è stato dimostrato anche dalle presenze.
In sostanza io ho visto una partenza positiva, ed una continuazione al Teatro Franco Parenti altrettanto positiva.
Voi stessi, come azienda BertO, avete potuto sperimentare il valore di questa iniziativa.
Auspico che negli anni futuri, con l’aiuto di tutti, questa manifestazione possa conquistarsi il peso che dovrebbe avere, internazionalmente parlando.
Siamo il paese del food, della moda, della farmaceutica e anche del design. Parlavo appunto con Patrizio Bertelli dell’assoluto primato che le aziende di tecnologie avanzata hanno nel mondo delle costruzioni nautiche in Italia. Queste prima erano dominio degli inglesi, degli olandesi e degli americani, noi siamo più avanti di tutti, primi nel mondo.
Si dovrebbe guardare al sodo, ai mercati, metterci la passione. Il colore delle macchine da corsa italiano è sempre stato il rosso, il rosso della passione, il rosso che rappresenta il cuore.
Bisogna inondare il mondo della nostra passione, creatività e voglia di fare, che gli altri non hanno. Noi siamo il paese di Michelangelo, Donatello, Leonardo da Vinci…
BertoStory: Assolutamente! Quanto a Milano, tanti le hanno tifato contro in questo periodo, invece la città ha tirato fuori la forza, la testa, la passione e la voglia. Cose che nemmeno una pandemia ha potuto spegnere. Per riprendere l’esempio dell’orso, ne siamo usciti un pochino più magri ma scattanti e adesso ci si dà da fare! Con il Milano Design Film Festival, avete trovato anche un modello di partnership con le aziende o con posti come LOM… straordinario direi.
GdG: Anche perché poi andremo in giro per il mondo a divulgarlo.
Il Milano Design Film Festival ha sì un valore locale, ma il valore vero è quello di andare a proiettarlo a Giacarta, Berlino, eccetera…e le imprese verranno con noi. E’ questo il vero valore. Noi dobbiamo essere un grimaldello per scardinare la possibilità di esportare per le imprese.
BertoStory: Le imprese potrebbero capire che il MDFF è un’occasione di confronto con la cultura che apre tantissime possibilità di lavoro. Noi lo abbiamo sperimentato.
GdG: Ci sono sempre dei “capibranco” nei vari settori, che dovrebbero essere individuati e messi a lavorare insieme…
Grazie infinite a Gaddo della Gherardesca, sempre interessante e stimolante nei suoi contributi!
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