In un letto, divano letto, poltrona o divano vede dei numeri. In un rivestimento un’architettura di scambi, documenti e fatture. Elisa Novara é la responsabile amministrativa BertO che non si fa scappare nemmeno il numero di bullette in ottone su un divano Richmond ed è felice di festeggiare BertO40. Indovinate perché?
Nome: Elisa Novara
Professione: Responsabile Amministrativa BertO
Segni particolari: precisa, puntigliosa e sincera come solo un numero sa essere.
Anni di attività alla BertO: 9
Ci spieghi in cosa consiste il tuo lavoro?
OMG! É molto vario. Mi occupo della preparazione di tutta la documentazione che serve per accompagnare le merci, verifico i documenti in entrata, contabilizzo gli articoli in entrata e in uscita, tengo i rapporti con le banche. Insomma, c’è tutto. E mi piace molto.
É cambiato qualcosa rispetto a 9 anni fa?
La contabilità segue delle regole precise e il mio ruolo è quello che apparentemente ha subito meno stravolgimenti. La mole di lavoro sicuramente è aumentata e la burocrazia impone sempre più controlli e, di conseguenza, più incartamenti. In più, il rapporto commerciale con l’estero si è intensificato e la documentazione è molto più sofisticata.
Nel corso degli anni però, il supporto informatico non solo ci ha permesso di creare “un ponte che collegasse la Brianza al resto del mondo” (cit. Filippo Berto ndr.) attraverso la rete, ma di costruire un’architettura gestionale che oggi mi permette di preparare, controllare e raccogliere i documenti con estrema facilità. Innovazione? Si.
Sai di essere la BertO40 meno fotografata?
Lo so. Non sono un’amante della prima linea. Non mi piace molto essere fotografata ma sono orgogliosa e felice di lavorare in un’azienda così mediatica. C’è davvero tanta gente insospettabile che legge di noi e ci segue. Provo un misto di nostalgia e gioia quando rileggo i vecchi post del blog: è come sfogliare un album di fotografie di famiglia.
Ti ricordi questa foto? Cosa stava succedendo?
Eravamo alla presentazione del progetto Sofa4manhattan a Milano, durante il FuoriSalone. Ho un ricordo molto positivo perché è stato un traguardo importante per l’azienda e per Filippo (Berto ndr.).
Però è anche una di quelle foto che guardo e riguardo, notando l’assenza di Fioravante Berto. Con lui, sempre in prima linea in produzione, in amministrazione e in showroom, ho trascorso la maggior parte del tempo e a lui devo molto di quello che so oggi. E’ stato il mio inizio alla BertO e la mia crescita. Mi ha insegnato ad essere precisa e veloce. Non gli piaceva ripetere le cose due volte, così ho imparato ad anticipare e ho capito che nemmeno a me piaceva farmele ripetere. Quello che tutti noi siamo oggi è il suo specchio.
Mi piacerebbe chiederti qual è la fattura più bella che tu abbia mai fatto, ma non te lo chiederò. Ricordi invece il feedback più bello che hai ricevuto?
(Ride). Ricevo telefonate e mail. Sono contenta quando sento riconoscere la disponibilità, la velocità nelle risposte (me l’ha insegnato Filippo) e la serietà dell’azienda. Siamo artigiani, siamo uomini e cerco sempre di instaurare con tutti un dialogo. Ma ora ti racconto di una bella fattura: all’inizio ogni documento veniva interamente compilato a mano e se l’ordine era complesso, tutta la preparazione richiedeva molto tempo. Dovevo preparare una fattura per gli Emirati Arabi, in inglese e molto lunga. Insieme alla fattura, ricominciando ad ogni allegato da capo e a mano, ho preparato tutti i documenti per la spedizione, in inglese. Tanti documenti e molto lunghi. La produzione, quel giorno, aveva al suo interno un piccolo laboratorio di documenti, molto lunghi e “molto in inglese”.
Qual è il tuo modello preferito?
Il mio rammarico è che spesso non riesco a vedere tutti i modelli finiti. Li conosco uno ad uno, personalizzazione per personalizzazione. I divano componibili Time Break e Christian sono i miei preferiti. In tessuto. Anzi, diciamo anche che non vedo l’ora di cambiare il mio!
L’azienda è spesso invitata a raccontarsi, attraverso Filippo, come esempio di PMI virtuosa.
BertO può definirsi con orgoglio un caso di eccellenza. Mi piace pensarla come una nave: noi siamo l’equipaggio, organizzato per essere efficiente e per saper affrontare ogni sfida. Ma abbiamo anche un grande capitano, Filippo, che conosce le rotte e sa dove portarci. Siamo persone: noi tagliamo cuciamo, incinghiamo, contiamo, organizziamo, raccontiamo e accompagniamo i clienti nelle scelte. Sono certa che ognuno di noi dia il massimo per far andare avanti questa nave.
Cosa vuol dire per te Berto40?
Quaranta. É un numero importante, è un numero composto da uomini, storia, competenze e divani. Durante la festa di novembre ero contenta ma anche un po’ invidiosa per le persone che hanno festeggiato un traguardo così importante, perché sono cresciute con fiducia e l’azienda ha avuto fiducia in loro. Voglio arrivare anche io a festeggiare 40 anni. Quando sono arrivata nel 2006 per me questo non era un lavoro, ma era IL LAVORO. Ho imparato tanto e tutti i giorni continuo a imparare. Ma l’entusiasmo di Filippo è contagioso e fondamentale. Lui crede nel passato, presente e futuro della BertO e ha bisogno di persone che ci credano altrettanto. Questo è BertO40.