E’ trai i più giovani #BertO40 con solo 4 anni di anzianità nella nostra azienda, ma è un architetto esperto in progettazioni artigiane. Con lui il servizio Berto Progetti non ha più confini.
Nome: Carlo Riva
Professione: Architetto
Segni particolari: un gentile conoscitore del mobile progettato e disegnato
Anni di attività alla BertO: 4
Rispetto ai “nostri eroi” già presentati, tu sei un #BertO40 più giovane. Di cosa ti occupavi fino a 4 anni fa?
Grazie per il giovane (ride). Ho sempre lavorato per l’azienda della mia famiglia. Producevamo mobili classici in stile e seguivo tutta la fase progettuale, poi dalla produzione fino alla lucidatura.
BertO era alla ricerca di un commerciale che potesse supportare i progetti e tutte le richieste “custom” che man mano iniziavano ad aumentare. Quando sono arrivato qui, ho potuto mettere a disposizione una buona parte della mia esperienza passata e occuparmi di entrambe le cose.
Il progetto più interessante al quale hai lavorato?
Una delle cose che amo del mio attuale lavoro è quella di poter seguire dall’inizio un progetto, rapportandomi direttamente con il cliente (e con tutti i suoi dubbi) e supportare contemporaneamente tutti gli ordini che ci arrivano. Ormai la nostra produzione è quasi tutta su misura, quindi posso dire che mi passano tra le mani la maggior parte dei pezzi unici che realizziamo.
Qual è il pezzo unico più bello che hai realizzato?
Era un chester con lavorazione capitonnè molto generosa, così come le proporzioni del divano stesso. Il cliente aveva in mente un volume e mille dettagli. Ci ha contattato via mail; abbiamo iniziato a chiacchierare sulle sue necessità, a scambiarci idee ed ecco che è nato il primo disegno. Ho iniziato a disegnare il capitonnè, mandavo al cliente i disegni via mail e lui suggeriva modifiche, così come io cercavo di portarlo in una direzione estetica piuttosto che un’altra per ottenere il risultato desiderato. Aveva persino in mente il dettaglio del piedino tornito e intagliato. Una volta progettato, lo aggiornavo costantemente sulle fasi di produzione. Gli mandavo fotografie direttamente dal laboratorio. Un grande progetto, che oltre ad essere immortalato nel video #BertoProgetti e anche presente nella home del sito.
E’ stata una grande sfida progettare e realizzare un divano così particolare senza aver mai incontrato il cliente.
Che differenza c’è tra la progettazione di un mobile rispetto a un imbottito?
C’è una differenza di forma: l’aspetto decorativo in un divano, specialmente se moderno, viene in secondo piano.
Poi c’è una grande differenza d’approccio:
- per progettare un divano, chiediamo al cliente ciò che vuole e adattiamo tecnica ed estetica alle sue esigenze.
- per progettare un mobile chiediamo al cliente ciò che gli serve e lo progettiamo.
Come spesso accade, la differenza è talvolta sottilissima e gli approcci tendono a sovrapporsi.
E’ successo lavorando come fornitori per il Teatro alla Scala e realizzando scenografie per importanti opere rappresentate negli ultimi due anni. Abbiamo realizzato imbottiti e complementi che servivano per specifici scopi scenici utilizzato l’approccio “mobile”: ogni pezzo è stato adattato ad esigenze estetiche e strutturali molto precise.
Un esempio al contrario è stato lavorare ad un pouf che ha rappresentato un perfetto compromesso: la cliente aveva la necessità di un pezzo che completasse il suo salotto, che si staccasse completamente come stile (l’ambiente era molto moderno) e che avesse un forte carattere decorativo. Ne è nato un pouf rettangolare con seduta capitonné in velluto blu, fascia e piedini intagliati.
A pensarci bene questo rappresenta proprio il metodo BertO: confini liquidi, dove anche gli approcci progettuali sono su misura.
Ti ricordi questa foto? Cosa stavi facendo?
Si, ero qui da pochissimo tempo. Poco dopo mi sono trovato per la prima volta su questo blog. Stavo mostrando ad un cliente la particolarità distintiva di un divano appena nato. Senza rendermene conto, qanche ora dopo in rete molte persone sapevano dal mio dito quale fosse la caratteristica principale del divano Time Break.
Pensi che sia cambiato qualcosa nel tuo lavoro da quando hai iniziato 4 anni fa?
Pochi cambiamenti, molto più ampio il raggio d’azione. Se prima mi occupavo principalmente di assistere i progetti in corso, oggi il cosiddetto “su misura” che caratterizza la nostra produzione ha contagiato tutti gli ambiti e mi ha permesso di “sporcarmi le mani” con progetti d’arredo difficilissimi e molto stimolanti. Le responsabilità sono tante, ma le soddisfazioni non sono da meno. Sono immerso in #BertOprogetti fino alle orecchie!
Qual’è il tuo modello preferito?
Il divano Christian in pelle pieno fiore vintage grigia scura, possibilmente abbinato a un pavimento in rovere spazzolato.
C’è un momento in cui hai sentito che BertO stava diventando la tua azienda?
Ero con Filippo (Berto). Ci siamo svegliati dopo aver fatto un viaggio molto lungo. Dovevamo fare dei rilievi per un progetto importante. Trovarmi in mezzo al nulla e avere tra le mani un progetto difficile e bellissimo è stata una senzazione unica, in più c’era Filippo che è capace di trasmettere grande entusiasmo anche dopo aver guidato tra i boschi per mezza europa. Ho imparato a capire che quando dice “Ragazzi, noi ci mettamo la faccia, sempre!” è sempre vero!