Chiusure domenicali. Il punto di vista della fidanzata, e altri

In questi giorni si parla molto di chiusure domenicali, ossia della possibilità da parte del governo di realizzare e applicare delle leggi che vietino agli esercizi commerciali le aperture domenicali.

Come in tutte le cose, anche questa è giusto osservarla da diversi punti di vista.

Noi, nel piccolo dei 40 dipendenti BertO, azienda sartoriale con sede nella piccola (ma importante!) Brianza, abbiamo fatto proprio questo esercizio.

Abbiamo provato a metterci nei panni di tutti: abbiamo cercato di assumere più punti di vista.
Ecco cosa ne è uscito.

Il punto di vista del fondatore

Chi ci conosce, sa che la nostra azienda è stata fondata da Fioravante Berto e Carlo Berto, ed oggi solo Carlo è ancora tra noi.

Nonostante l’età non più verde, la memoria ancora funziona alla grande, ed è vivido nei suoi ricordi il momento in cui abbiamo iniziato – qui in BertO – a lavorare la domenica, con grande sacrificio, perché negarlo, con il grande supporto di Filippo, figlio di Fioravante.

Era il 2004, di maggio.
Filippo e Fioravante Berto, padre e figlio, una domenica per uno, perché… si capisce da quel che segue.

carlo berto co fondatore berto salotti

Il punto di vista del piccolo Davide-Artigiano davanti al Golia-Grande Distribuzione

La Grande Distribuzione Organizzata, anche nel nostro settore “specialistico”, cioè legato al Design e all’Arredo, era al tempo (ed è ancora) motivo di forte tensione, né più né meno di come è accaduto e accade nel settore dell’alimentare con i grandi supermercati, e in generale con i negozietti che si vedono sfidare dai giganteschi Centri Commerciali.

Nulla di nuovo: siamo tutti, noi compresi, dei piccolissimi Davide davanti ai Golia multinazionali sbarcati anche in Italia da parecchi anni.

Per quanto riguarda il nostro mercato, non facciamo nomi, ma se proprio volete vi diciamo un paio di colori: giallo-blu, ricordano la bandiera svedese, se avete presente.

Noi siamo piccoli, ma non necessariamente stupidi.
Cerchiamo di imparare da chi è più grande e forte di noi, per poi giocarci la nostra partita.

Vedemmo fin da subito che questi giganti erano più bravi di noi in tantissime cose.

Tra queste tantissime cose, erano più bravi di noi con i clienti.
Li accontentavano più di noi, meglio di noi.
Prezzo, Servizio, Reso, Disponibilità, Consegne, Montaggio, Orari.

Orari.
Sì, vendevano la domenica.

E le famiglie del nostro territorio, fin dalla mattina, affollavano i loro showroom.
Noi, patria mondiale del mobile, vedevamo le famiglie mettersi in macchina e andare a comperare i mobili nella grande insegna straniera.

Il nostro showroom, al tempo, era minuscolo, all’interno di uno dei mille cortili della Brianza.

Nel 2004, senza disturbare nessuno, il figlio di uno dei fondatori, provò una cosa mai provata prima.
Una cosa che gli attirò battute scherzose degli amici del bar.
Una cosa che mai, nessuno, aveva fatto prima.

La domenica, si alzò presto e andò in showroom, aprendolo per (eventuali) visite di (potenziali) clienti.

Sapete come andò? Entrarono due coppie.

Forse quelle due coppie, se non avessero trovato lo showroom BertO aperto, non sarebbero mai entrate in contatto con il negozio del piccolo Davide-Artigiano della Brianza.

Si sarebbero rivolte al Golia-Grande Distribuzione Internazionale, perché – essendo molto impegnate durante la settimana – il loro unico momento per scegliere gli arredi di casa era la domenica.

Filippo Berto CEO Berto Salotti Meda

Il punto di vista di Caterina

Sapete chi è Caterina?

Nel 2004 era una compagna di scuola di Filippo.

In quel periodo, dopo aver sperimentato la prima apertura domenicale, per la seconda apertura serviva un aiuto.

Si pensò di chiederlo a Caterina, solo per un giorno, un piccolo lavoretto di supporto, una domenica.

In quella seconda domenica entrarono 4 coppie, e facemmo delle vendite.

Caterina portò fortuna alla BertO, e continuò a lavorare per un po’ di domeniche con noi.

Il punto di vista dell’imprenditore che sta valutando l’apertura di nuovi negozi

Questo un punto vista facile, dolorosamente facile.
Non servono molte parole per raccontarlo, basta una cifra: il 25% di lavoro in meno.

Un vero incubo, per l’imprenditore, che si trova sotto gli occhi un aumento fortissimo dei fattori di rischio.
Paura.

La tentazione è – anche per salvaguardare la vita stessa dell’azienda – quella di bloccare tutto, bloccare gli investimenti, bloccare nuove assunzioni.

Mettersi in difesa.
In difesa dei dipendenti attuali, per vedere se nel tempo – con un quarto del lavoro in meno – si sopravvive.

Noi siamo piccoli, e così anche i nostri margini.
Aprire nuovi negozi è già un rischio enorme.

Aprirli sapendo – conti alla mano, conti fatti e rifatti mille volte –  che lavoreranno già in partenza il 25% in meno di quanto previsto, potrebbe essere un rischio fatale.

Non solo per il negozio nuovo, ma anche per quelli esistenti.

Noi non vogliamo che il lavoro finisca, non vogliamo dover licenziare, non vogliamo dover chiudere.
Se le parole sembrano grosse, è perché il problema si presenta pesante, pesantissimo, non stiamo esagerando.

Desideriamo tutte le tutele possibili e tutti i turni per la salvaguardia dei sacrosanti diritti di chi lavora la domenica – cosa sempre fastidiosa e faticosa – così che possa farlo nel modo migliore.

Tutto questo all’insegna di un valore per noi importantissimo, fondamentale: il diritto al lavoro, un lavoro equo, tutelato, sereno.
Questo desideriamo, e questo – lo sappiamo – desiderano tutti i nostri dipendenti.

Consulenti d'arredo showroom BertO Meda

Il punto di vista della ragazza che uscì con Filippo, un sabato sera.

Sabato sera 9 maggio 2004, il nostro attuale titolare Filippo Berto uscì per la prima volta con una bella ragazza di nome Emilia.

Trascorsero la serata insieme, e si ripromisero di vedersi ancora.

Voi direte: il giorno dopo, Domenica, magari per una gita al mare.

No, quella domenica il nostro Filippo lavorò, aveva promesso al padre che avrebbe tentato questo esperimento, per capire se poteva essere utile all’attività.

Fu la prima di 14 anni di aperture domenicali.

Oggi la nostra azienda ha nel rapporto con il cliente il suo asset principale, e sappiamo per lunga, frequentazione domenicale come l’appuntamento con tutta la famiglia – che si può riunire solo la domenica – per andare a scegliersi il più bel salotto possibile (nella nostra Brianza e non presso una multinazionale) sia un fattore importantissimo.

Un fattore che mantiene decine di famiglie, in quanto vale il 25% del nostro lavoro.

Ed Emilia sposò comunque Filippo.

2 commenti su “Chiusure domenicali. Il punto di vista della fidanzata, e altri”

  1. Proprio una bella storia. Degna di essere letta e vissuta. Non posso che augurarvi che il tempo vi dia ragione. Che il piccolo,agile, snello, pratico e pur sempre italiano imprenditore possa sopravvivere….no anzi….vivere dignitosamente compiaciuto e felice delle sue scelte. Un caro e affettuoso saluto da un micro imprenditore che ogni mattina decide per se e per pochi altri quali scelte saranno vincenti. Ben consapevole che sbagliare due volte ci é quasi vietato.

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