Auguri di un 2014 con il segno “per”, da Filippo Berto.

filippo-berto-ceo-berto-salottiVorrei tanto che le cose che ho imparato nel 2013 – qui sotto ne elenco 7, ma sono molte di più – fossero la base per un 2014 in grado di partire con un segno “per”, il segno della moltiplicazione.

Si parla spesso del segno “più”, quando ci si riferisce a risultati economici (“ho chiuso l’anno con un più 3%”) o in generale di una situazione positiva (un rapporto, una situazione “con il più davanti”).

Il segno “più” è importante, importantissimo: senza crescita non si va avanti.

I passati 12 mesi, però, mi hanno mostrato qualcosa di… forse ancora più importante: il segno “per”.

Il segno “per” non si accontenta di aggiungere qualcosa (una vendita, per dire), ma pretende un fattore di moltiplicazione.

Moltiplicare il valore, ad esempio, può significare che una vendita moltiplica il suo valore per il beneficio di tanti (è il caso di divanoXmanagua, che versa una roialty per ogni divano venduto alle attività di formazione artigiana di Terre des Hommes Italia).

O ancora, un video che spiega come fare una lavorazione artigiana moltiplica il valore di quella tecnica per tutti coloro che lo vedono (penso qui al nostro canale video YouTube e alle sue visualizzazioni, ben 1.200.000).

Insomma,  è  come se il 2013 mi avesse fatto passare un livello (avete presente i videogiochi?).

Qui sotto trovate una lista di attività, eventi e passaggi importanti della vita della nostra azienda che hanno caratterizzato in modo impressionante il 2013 di Berto Salotti – e mio personale – per la loro capacità di mettere il “segno per” davanti a molti, moltissimi fattori.

1 – L’apertura del processo di creazione del prodotto

divanoXmanagua-berto-salottiPoco meno di 12 mesi fa, l’idea di un progetto che riuscisse a valorizzare il lavoro artigiano agli occhi dei giovani (e delle persone in generale), aiutasse l’incontro tra aziende artigiane e nuova forza lavoro, e facesse anche del bene a qualcuno di meno fortunato di noi, tutto questo aveva la concretezza di… un foglio di appunti, scarabocchiati male.

A un anno di distanza, il progetto divanoXmanagua – realizzato successivamente con sessioni di lavoro aperto portate avanti da studenti, insegnanti, colleghi, amici, clienti, in collaborazione con Terre des Hommes Italia – è diventato realtà.

Una realtà di cui si parla addirittura nelle università, ma non è questo quello che ci interessa di più.

Quello che ci rende davvero contenti del progetto è che sta facendo imparare un mestiere a giovani di regioni economicamente svantaggiate; sta creando ricadute positive sul Centro di Formazione AFOL di Meda e sui suoi studentista facendo molto più che vendere di un bellissimo divano.

Sta proponendo con forza un’idea di lavoro con il “segno per” davanti.

2 – La creazione di una rete per affrontare l’estero

Di tutti gli aspetti di valore del progetto Design-Apart – e sono davvero tanti, dal nuovo concetto di produzione/distribuzione alla capacità di essere una piattaforma di relazione, la lista è lunga – quello che più mi colpisce e mi fa crescere è la creazione della rete.
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Essere su una piazza come New York, ed esserci insieme a un network di aziende che condividono un approccio comune al lavoro – basato sul valore della manifattura italiana – è per me elettrizzante, mi responsabilizza a un livello davvero alto, mi fa sentire il privilegio e l’opportunità di giocare in una squadra di campioni, e di farlo su uno scenario al centro dell’attenzione globale.

Non per niente l’idea viene da personaggi del calibro di Diego Paccagnella e Stefano Micelli, ai quali va ancora una volta la mia gratitudine per aver coinvolto la nostra azienda.

3 – La Brianza come valore senza confini, e Roma lo dimostra

La Brianza è il territorio di riferimento dei Maestri Artigiani che lavorano nel nostro settore, per tutto il mondo.

Un luogo che dovrebbe essere universalmente noto e apprezzato, meta di viaggi professionali internazionali, una regione produttiva con il potenziale di una “Artisan Valley” seconda a nessuno nel globo, invece segnata, piegata da una interpretazione del mercato non sempre adeguata.

Ma noi siamo convinti che un DNA di innovazione e vitalità come quello brianzolo abbia tutti i numeri per esprimere il meglio di sè non solo sul territorio, ma attraverso una valorizzazione che può accadere ovunque.

Nel nostro piccolo, l’esperimento positivo di un negozio a Roma dimostra che tutto questo può essere realtà.

Fabio Asnaghi, brianzolo di Meda e testimone del lavoro artigiano medese nella capitale è il nostro “evangelist” in un luogo che più diverso dalla Brianza non potrebbe essere: Roma, appunto.

4 – Se un artigiano prende la parola fra i grandi, qualcosa significa

Nell’ottobre scorso ho avuto l’incredibile opportunità di parlare su un palco dove il protagonista era un gigante dell’economia mondiale: Eric Shmidt, amministratore delegato di Google.

Parlando di segno “per”, indipendentemente dalla mia personale performance di quel giorno (immaginatevi l’emozione), io spero che la presenza di un semplice tappezziere su quel palco sia stato, in qualche modo, un “segno per” davanti al lavoro duro, faticoso e spesso incompreso di tanti imprenditori artigiani italiani.

Vorrei ricordare, parlando di questo, anche quanto si sta facendo anche con Confartigianato – cito solo le ultime due occasioni di dibattito pubblico, a Varese con David Gauntlett e a Monza con i makers – per mettere il lavoro della manifattura al centro dell’agenda economica.

5 – Il lavoro artigiano è spettacolare, da farci un film

E’ stato il grande Beppe Severgnini a farci notare – quando gli abbiamo raccontato divanoXmanagua – come il lavoro artigiano possa
berto-laboratorio-artigianoessere “sexy”, cioè attraente per i giovani in quanto spettacolare, glamorous, televisivo, né più né meno del lavoro del cuoco, al centro dell’attenzione mediatica grazie a programmi quali Master Chef.

Ebbene, non è tardata l’occasione – diversa da un talent show televisivo, ma ricca di un diverso valore – di creare un film sul lavoro artigiano.

Ringraziamo nuovamente la Fondazione Giannino Bassetti per aver incluso la nostra azienda nel film-documentario dedicato al lavoro artigiano “Realizzare l’improbabile”,  a cura del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.

6 – Un buon prodotto ha sempre un suo perché

Uno dei cardini della nostra strategia di comunicazione è… il nostro prodotto.

Magari detta così può sembrare poco originale, ma noi abbiamo realizzato 23 video su questo concetto, e la playlist di YouTube che li contiene è stata vista oltre 160.000 volte. A volte le persone entrano in showroom dicendo “ho visto i vostri video”.

Ognuno di questi minifilm spiega – in meno di 30 secondi – perché scegliere un prodotto Berto, e lo fa attraverso un fatto concreto, semplice e comprensibile. Come dire:

“Abbiamo rispetto dei vostri soldi, vogliamo che li spendiate bene”.

Il segno “per” è messo qui davanti a molte cose: non solo sui nostri prodotti, ma anche sulla relazione con i clienti, sulla diffusione delle buone pratiche artigianali, sulla comunicazione aperta e condivisa… tutti valori che, a oltre due anni dal lancio di questa strategia di comunicazione, i video #PercheBerto continuano a diffondere.

7 – Il lavoro di un imprenditore non finisce mai

Questo punto è dedicato mio padre, sempre presente in tutte le cose che ho elencato in questo post, e in tutto quello che il team Berto fa ogni giorno.

Fioravante Berto, una persona che il “segno per” lo metteva in tutto ciò che faceva, e ne raccogliamo ancora oggi i frutti.

Auguro a tutti un 2014 con il “segno per” davanti, e ringrazio il team Berto per il lavoro straordinario che porta avanti, rendendo la nostra azienda sempre più unica.

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2 commenti su “Auguri di un 2014 con il segno “per”, da Filippo Berto.”

  1. Hi Filippo,
    Il segno “per” è inconsapevolmente il segno che ogni Artigiano mette ad ogni azione che intraprende.
    Affermo “inconsapevolmente” perchè, come spesso accade, si tende a dare tutto per scontato: la ricerca, lo sviluppo, la collaborazione. Il #SaperFare è nel nostro DNA a tal punto che tendiamo a non meravigliarci più dei risultati strabilianti che quel segno “per” ci fa raggiungere, nel lavoro di tutti i giorni.

    I sette punti che hai postato sono un must da seguire e un esempio per tutti. La semplicità che metti nell’elencarli è la sintesi del vostro lavoro che è evoluzione positiva verso il futuro.

    I risultati arrivano e si amplificano anche per questa semplicità.
    Continuiamo a metterli questi “per” e continuiamo a farlo sempre più insieme.

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